PRESENTAZIONE "I papiri di Alexandria - False verità sulla lunga via del ritorno" di Claudio Rossi
Titolo: I Papiri di Alexandria – False verità sulla lunga via del ritorno
Autore: Claudio Rossi
Editore: Self Publishing
Genere: Romanzo storico di avventura
Formato: ebook
Prezzo: € 1,99
Data pubblicazione: 18.07.2017
Serie: Quintilius – vita tra Repubblica e Impero
Pagina autore: www.quintilius.net
Fanpage:www.facebook.com/quintiliusvitanellatardarepubblica/
La pericolosa spedizione degli esploratori di Cesare nel Regno del Bosforo Cimmerio si avvia alla conclusione e Quintilio, un agrimensore civile esperto nel rilievo delle mappe, sta rientrando nelle provincie romane insieme ad Arrio, un pontiere del genio abile nella costruzione dei ponti.
Ma il viaggio sembra non finire mai, e nemmeno il ritorno in Italia che dovrebbe coronare la fine della missione, è privo di rischi. Quintilio ed Arrio infatti vengono mandati ad Atene, che è ‘quasi’ sulla strada, per effettuare delle misure in alcuni magazzini dell’Erario ove rischiano di rimanere coinvolti in una ruberia di granaglie destinate alla Legioni.
È con loro anche l’erudito liberto Hicesius, sulle tracce di alcuni papiri rubati che forse provengono dalla Biblioteca di Alexandria.
Il tentativo di impadronirsene non sarà privo di rischi, perché se sono stati sottratti alla grande Biblioteca… sono di proprietà di Cesare!
“Non è che questi tagliatori di teste Kayàn siano peggio di quei furfanti che mi hanno fatto il contratto per venire qui…”.
Questa considerazione ed altre simili erano l’oggetto delle mie riflessioni mentre nelle foreste del Borneo, nel 1981, masticavo qualche gramo brandello di pollo bollito le cui carni erano state rese simili alla stoppa dal nutrimento di polpa di cocco. I cani della tribù mi stavano d’attorno ad aspettare che sputassi quella stoppa di cui erano golosi. In quel periodo stavo conducendo delle esplorazioni insieme con un contrabbandiere lungo i fiumi che tagliano la foresta vergine alla ricerca di aree adatte a stabilire qualche nuovo piccolo villaggio.
La mia laurea da geologo era ancora fresca, e pur ottenuta a pieni voti non mi aveva dato alcuna esperienza di lavoro. L’unico impiego che avevo trovato era questo, un contratto con dei trafficoni per esplorare delle aree vergini del Kalimantan Timur e selezionare qualche zona adatta per fare delle nuove piantagioni.
Provenivo dal liceo classico, dal greco e dal latino, non che uno non possa cambiare idea lungo la strada a proposito di quello che vuole fare nella vita.
In quel periodo lungo i fiumi del Borneo vidi un sacco di cose strane insieme con il mio aiutante, il contrabbandiere Durjadi, senza il quale mai sarei uscito vivo da quei labirinti di fiumi e paludi fangose. Era la mancanza di cibo che mi infastidiva, alla fame non ci si abitua mai.
A riguardare indietro a quel lavoro, a distanza di anni, e ed altri simili che seguirono, quello che facevo non era troppo diverso da quanto avevano fatto gli agrimensori del Genio di Roma che avevano studiato il modo di rendere produttivo l’agro incolto. Certo, c’erano non meno di 2.000 anni di distanza.
Andai avanti qualche anno con quei lavori, tra Filippine, Tanganika, Costa d’Avorio, Nigeria.
Poi dovetti lasciare. Si trattava di attività talmente mal pagate e rischiose che non valevano la candela, e passai ad occuparmi per quasi un ventennio di aerofotogrammetria, il mio primo amore universitario.
Non c’è cosa migliore per capire come sia fatto il mondo che abitiamo che studiare le foto aeree stereoscopiche! Ci si vede tutto, e si può misurare tutto. Un luogo frequentato, anche se desertico, lo riconosci dalla densità delle ruotate che noti per terra. Le piste del bestiame nella savana. Cosa fa la gente intorno ai villaggi.
Di una capanna o di una casa puoi misurare l’altezza, e studiare quante persone ci vivono.
Ed è incredibile quello che hanno combinato i fiumi: col loro continuo spostare materiali e con l’abbandono degli alvei più antichi hanno realizzato le grandi pianure sulle quali si è sistemato l’uomo.
Diedi una mano nel tempo ad organizzare la logistica in molti cantieri in aree remote: nessuno sapeva cosa avrebbero trovato, ed io con delle foto stereoscopiche dicevo loro cosa c’era, e dove potevano sistemate i campi principali, dove avrebbero trovato la ghiaia per le strade, e l’acqua, e dove non sarebbero mai passati con dei camion. Senza esserci mai stato, studiando le foto aeree.
La cosa era talmente divertente che mi misi a volare per conto mio, ed a fare fotografie per me stesso: andai a vedere dall’alto le grandi centuriazioni romane, e quello che avevano combinato i Genieri di Roma cercando di arginare i fiumi e bonificare paludi.
Ed ho scoperto che il volo mi piace enormemente, e ormai da più di vent’anni volo con un piccolo biposto, e vado a vedere quelle cose che su Google Earth mi stuzzicano la curiosità: vado a vederle direttamente dall’alto.
Ho viaggiato molto: nordafrica, Alaska, Canada, Yukon in particolare, e negli ultimi tempi dò un aiuto a degli amici che viaggiano preparando dei trekking sulle montagne dell’Alaska, usando GPS e foto aeree.
Ma ormai sono talmente tante le cose che ho visto che faccio fatica a tenerle tutte per me.
Le realizzazioni che mi stupiscono di più sono sempre quelle dei nostri predecessori che hanno modificato la geografia dei luoghi, e non vi è dubbio che i primi ed i più grandi siano stati i Genieri romani.
Per questo mi sono messo a scrivere, dapprima articoli archeologici e studi di siti condotti con le foto aeree, poi ho cominciato ad immaginare come se la dovessero passare coloro che quei siti li hanno costruiti.
Da questo è nata la serie di romanzi di Quintilio, un agrimensore dei tempi di Cesare.
Buona lettura!
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