RECENSIONE - "Io sono mio fratello" di Giorgio Panariello

Titolo: Io sono mio fratello
Autore: Giorgio Panariello
Editore: Mondadori
Genere: autobiografia
Prezzo ebook: € 9,99
Prezzo cartaceo: € 17,10
Data pubblicazione: 3 novembre 2020
Pagine: 164
Serie: autoconclusivo


"È lui? Nei film gialli, l’ispettore di polizia lo domanda subito dopo aver sollevato il telo e mostrato il viso della vittima. Invece all’obitorio nessuno me lo chiese. La risposta era nella carezza che gli passai sul viso, finalmente in pace, o nel bacio che gli appoggiai sulla fronte. Franchino, mio fratello, era un’anima buona, tutto il male che aveva fatto lo aveva fatto a sé stesso. Lo avevano ritrovato buttato come un animale, anzi con meno dignità, come un sacco di rifiuti tra le piante del lungomare di Viareggio. Non ero pronto, non mi ero preparato. Era Natale, porca miseria, a Natale non possono accadere cose simili."
******
Giorgio Panariello custodisce una storia. Lui e il suo fratello minore sono stati entrambi abbandonati dalla madre subito dopo la nascita. Giorgio viene affidato ai nonni materni, Franco invece finisce in un istituto. Mentre Giorgio cresce e diventa uno degli uomini di spettacolo più amati d’Italia, Franco cade nella tossicodipendenza. Fino alla tragica fine. In questo libro per la prima volta Panariello ha deciso di raccontare il filo nascosto (la preoccupazione costante, il senso di
colpa) che da sempre corre nella sua vita. Un libro straziante e dolcissimo, che grazie all’onestà e all’accuratezza dei sentimenti sa muovere le corde più profonde delle nostre emozioni.

Buongiorno a tutti, 
sono qui per parlarvi di "Io sono mio fratello", di Giorgio Panariello, edito da Mondadori che ringrazio per avermi dato l'ebook da leggere.
Si tratta di una storia autobiografica in cui sono incappata quasi per caso e mi ha incuriosita.
Siamo abituati a vedere il personaggio che con battute e imitazioni ci strappa sorrisi, regalandoci un attimo o forse un'ora di leggerezza, ma ci siamo mai soffermati a chiederci chi è e cosa prova l'uomo dietro il comico? Questa volta l'ho fatto ed ecco il motivo per cui ho letto questo libro.

"la maledizione del comico, scovare la battuta anche nelle situazioni più tragiche. Forse anche la sua fortuna più grande. Ho invidiato il Natale degli altri, perché il mio non sarebbe stato più lo stesso."

Panariello si racconta con un'umiltà che lo porta a spogliarsi dei più piccoli dettagli, dei sentimenti belli e di quelli che a volte viene naturale celare perché troppo oscuri.
L'infanzia serena, la famiglia numerosa e suo fratello Franchino. Il tentativo di mantenere uniti equilibri sempre più delicati si scontra con il desiderio di far carriera in un mondo che di fatato ha ben poco, ma chiede sudore e sacrificio. Un fratello conosciuto di punto in bianco e due vite che scorrono parallele pur scontrandosi di tanto in  tanto. Sono questi intrecci che implodono portano alla delusione, ai tentativi di aiuto che vengono rifiutati o vanificati, alla sensazione di impotenza di fronte all'inevitabile e in fondo il senso di colpa per essere stato quello fortunato solo per pura coincidenza.

"Anche perché il Ba’ e la Ma’ mi hanno sempre dato tutto quello di cui avevo davvero bisogno, regalandomi un’infanzia felice. Lo stesso non posso dire per mio fratello, ciò che gli è mancato ha finito per segnargli la vita. Crescere senza affetto è come stare senza un tetto sopra la testa, non ci si sente mai protetti, difesi, mai a casa. È stata solo una questione di culo."

Destino, libero arbitrio e sfortuna o molto più probabilmente un insieme di fattori che decretano la nascita, la vita e la morte di ogni essere vivente.

Considerazioni

Non è mai facile esprimere un parere quando mi trovo di fronte a un'autobiografia, il vissuto di ognuno merita rispetto e non va giudicato. La narrazione è in prima persona, al passato e viene raccontata l'intera vita con salti temporali che ripercorrono i punti salienti. La lettura è stata scorrevole e coinvolgente, il file risulta corretto.

Ho apprezzato la semplicità con cui l'autore si è aperto e ha voluto dare un riscatto al fratello. Franchino è stato abbandonato più e più volte, il suo grido di aiuto si è spesso scontrato contro un muro di indifferenza e ciò l'ha portato a perdersi definitivamente. Non è facile, e l'ho scoperto leggendo, stare di fianco a una persona che a un certo punto smette di credere di meritare qualcosa. 

"A chiunque oggi mi chieda cosa sia necessario per ottenere quello che ho ottenuto e per mantenerlo, rispondo: la serenità, che non è da confondere con la felicità. La felicità è così difficile da afferrare che spesso la si perde proprio quando la si ha tra le mani, per paura, per eccesso di desiderio.
La serenità invece ti permette di dare a tutte le cose la giusta priorità, senza ansie né tormenti. È la pace che si fa con sé stessi e con il mondo."

Assistere alla risma di emozioni contraddittorie che i due fratelli vivono è qualcosa che scava nell'anima. 
Non assolvo Franco e le sue scelte, ma ne ho compreso il senso di smarrimento che deve aver vissuto per tutto quell'amore che gli è stato negato fin dalla nascita. Questo libro è il gesto d'amore di Panariello che fa conoscere suo fratello, gli dà la dignità e il riscatto che merita.

"Sarei entrato nelle sue sabbie mobili. O ne uscivamo insieme o mi avrebbe portato a fondo con lui."

La sensazione che mi è rimasta alla fine della lettura è quella di voler abbracciare i due bambini, i ragazzini che erano e gli uomini che sono stati. Forse questa emozione sarà una goccia di dolcezza che andrà a colmare un pezzetto della fame d'affetto che Franchino aveva.
Faccio i complimenti all'autore e lo ringrazio per aver voluto condividere la loro storia.
Ne consiglio la lettura.

Buona lettura!
Monica S.



Commenti

  1. Bellissimo, toccante. Scritto molto bene. Ho pianto.
    Grande Giorgio Panariello.

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