RECENSIONE "La scrittrice del mistero" di Alice Basso
Titolo: La scrittrice del mistero
Autrice: Alice Basso
Editore: Garzanti Libri
Genere: Narrativa italiana
Prezzo cartaceo: 17,90
Prezzo ebook: 9,99
Data pubblicazione: 26 Aprile 2018
Pagine: 336
Per Vani Sarca fare la ghostwriter è il lavoro ideale. Non solo perché le permette di restarsene chiusa in casa a scrivere, in compagnia dei suoi libri e lontano dal resto dell’umanità, per la quale non prova grande simpatia. Ma soprattutto perché così può sfruttare al meglio il suo dono di capire al volo le persone, di anticipare i loro pensieri, di ricreare il loro stile di scrittura. Una capacità intuitiva innata che fa molto comodo all’editore per cui Vani lavora. Lui sa che solo la sua ghostwriter d’eccezione è in grado di mettersi nei panni di uno dei più famosi autori di thriller del mondo: perché Vani adora i padri del genere giallo, da Agatha Christie a Ian Fleming passando per Dashiell Hammett, e nessuno meglio di lei sa scrivere di misteri. Persino un commissario di polizia si è accorto delle sue doti e ha chiesto la sua collaborazione. E non uno qualsiasi, bensì Romeo Berganza, la copia vivente di Philip Marlowe: fascino da vendere, impermeabile beige e sigaretta sempre in bocca. Sono mesi ormai che Vani e Berganza investigano a braccetto. Ma tra un’indagine e l’altra qualcosa di più profondo sembra unirli: altrimenti Vani non saprebbe come spiegare i crampi allo stomaco che sente ogni volta che sono insieme. Eppure la vita di una ghostwriter non ha nulla a che fare con un romanzo rosa, l’happy ending va conquistato, agognato, sospirato. E il nuovo caso su cui Vani si trova a lavorare è molto più personale di altri: qualcuno minaccia di morte Riccardo, il suo ex fidanzato. Superare l’astio che prova per lui e decidere di aiutarlo è difficile, ma Vani sta per scoprire che la mente umana ha abissi oscuri e che il caso può tessere trame più intricate del più fantasioso degli scrittori.
Alice Basso è nata nel 1979 a Milano e ora vive in un ridente borgo medievale fuori Torino. Lavora per diverse case editrici come redattrice, traduttrice, valutatrice di proposte editoriali. Nel tempo libero finge di avere ancora vent’anni canta e scrive canzoni per un paio di rock band. Suona il sassofono, ama disegnare, cucina male, guida ancora peggio e di sport nemmeno a parlarne.
Alice Basso è nata nel 1979 a Milano e ora vive in un ridente borgo medievale fuori Torino. Lavora per diverse case editrici come redattrice, traduttrice, valutatrice di proposte editoriali. Nel tempo libero finge di avere ancora vent’anni canta e scrive canzoni per un paio di rock band. Suona il sassofono, ama disegnare, cucina male, guida ancora peggio e di sport nemmeno a parlarne.
Il romanzo si legge velocemente e con piacere, la storia è chiara e si sviluppa linearmente con personaggi ben caratterizzati ai quali ti affezioni subito e che sono riconoscibilissimi. Tutto è filtrato dagli occhi della protagonista Vani che racconta in prima persona quello che le accade, ciò che vive, ciò che sente, le sue emozioni, il suo punto di vista sugli altri personaggi che le ruotano intorno.
Caratteristico il suo linguaggio mordente e ricco di similitudini strambe e divertenti:
Sono mesi che mi odia, di un odio cristallino e totale, un distillato d’odio, un odio denaturato a novanta gradi… Quel covone di letame. Quella deiezione canina sotto la scarpa dell’universo.
Pungente e ironica, di un’ironia penetrante che ti fa sorridere, ma anche amara da persona arrabbiata con il mondo, disincantata che guarda tutto attraverso un filtro nero e opacizzante, che avvelena di sarcasmo ciò che guarda.
Brutale anche a volte, come un guerriero in corazza, ma che si scopre morbido e palpitante all’interno, capace di farsi venire i crampi nello stomaco per l’amore che prova, non le solite farfalle troppo romantiche per il suo modo di vivere il mondo. Sa però essere comprensiva e tenere a bada la sua nota noire se si tratta di aiutare chi ama e ti colpisce con la sua capacità intuitiva e l’arguzia pronta a cogliere i particolari e a collegarli tra loro.
Interessanti i continui riferimenti letterari e i contenuti riferiti al mondo della scrittura che sono sapientemente inseriti nella narrazione senza intrarciarla.
Il racconto fluisce anche se la parte gialla della narrazione sembra un poco artificiosa e anche forzata in alcune scelte, come un’improbabile epistassi che macchia di sangue ogni cosa.
La coppia di protagonisti è particolare, sono così diversi tra loro, ma in realtà si compensano e si completano e del loro trasporto amoroso se ne parla con delicatezza, con una diffusa sensualità, senza sbavature erotiche faticose da digerire, ma con una carica di sensualità che si legge con chiarezza.
Mi è piaciuto leggerlo anche se la fine lieta lascia una nota strana di amaro in bocca. Può piacere a chi ha voglia di un romanzo leggero, scorrevole con una piacevole nota ironica e una narrazione ben congeniata, con un retrogusto colorato rosa, nero e giallo.
Buona lettura!
Caratteristico il suo linguaggio mordente e ricco di similitudini strambe e divertenti:
Sono mesi che mi odia, di un odio cristallino e totale, un distillato d’odio, un odio denaturato a novanta gradi… Quel covone di letame. Quella deiezione canina sotto la scarpa dell’universo.
Pungente e ironica, di un’ironia penetrante che ti fa sorridere, ma anche amara da persona arrabbiata con il mondo, disincantata che guarda tutto attraverso un filtro nero e opacizzante, che avvelena di sarcasmo ciò che guarda.
Brutale anche a volte, come un guerriero in corazza, ma che si scopre morbido e palpitante all’interno, capace di farsi venire i crampi nello stomaco per l’amore che prova, non le solite farfalle troppo romantiche per il suo modo di vivere il mondo. Sa però essere comprensiva e tenere a bada la sua nota noire se si tratta di aiutare chi ama e ti colpisce con la sua capacità intuitiva e l’arguzia pronta a cogliere i particolari e a collegarli tra loro.
Interessanti i continui riferimenti letterari e i contenuti riferiti al mondo della scrittura che sono sapientemente inseriti nella narrazione senza intrarciarla.
Il racconto fluisce anche se la parte gialla della narrazione sembra un poco artificiosa e anche forzata in alcune scelte, come un’improbabile epistassi che macchia di sangue ogni cosa.
La coppia di protagonisti è particolare, sono così diversi tra loro, ma in realtà si compensano e si completano e del loro trasporto amoroso se ne parla con delicatezza, con una diffusa sensualità, senza sbavature erotiche faticose da digerire, ma con una carica di sensualità che si legge con chiarezza.
Mi è piaciuto leggerlo anche se la fine lieta lascia una nota strana di amaro in bocca. Può piacere a chi ha voglia di un romanzo leggero, scorrevole con una piacevole nota ironica e una narrazione ben congeniata, con un retrogusto colorato rosa, nero e giallo.
Buona lettura!
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