RECENSIONE - Il sopravvissuto di Auschwitz, di Josef Lewkowicz e Michael Calvin

Titolo: Il sopravvissuto di Auschwitz
Autori: Josef Lewkowicz, Michael Calvin
Editore: Newton compton edizioni
Genere: storia contemporanea
Prezzo ebook: € 5,99
Prezzo cartaceo: € 9,40
Data pubblicazione: 5 gennaio 2024
Pagine: 323
Serie: autoconclusivo

Da bambino fu deportato in sei campi di concentramento: Auschwitz, Ebensee, Mauthausen, Płaszów, Melk, Amstetten. Si salvò e da uomo divenne cacciatore di nazisti.

Un’incredibile storia vera

Dopo aver assistito alla morte di tutti i suoi cari, Josef sopravvisse a ben sei campi di concentramento, giurando a sé stesso che un giorno avrebbe fatto giustizia. E così, una volta libero, muovendosi nell’ambito dell’intelligence, divenne un cacciatore di nazisti con l’obiettivo di catturare il suo più spietato aguzzino: l’SS Amon Göth, noto come il macellaio di Płaszów. Contribuì inoltre a salvare centinaia di bambini orfani, nascosti dai genitori prima dei rastrellamenti. Grazie a lui, molti di loro furono portati al sicuro in Israele. Lewkowicz ha viaggiato in tutto il mondo, commerciando diamanti in Sud America e incontrando capi di Stato. Oggi ha novantasei anni e vive a Gerusalemme. Questo libro contribuisce a far luce su un momento drammatico della nostra storia, raccontando una verità cruda e profondamente umana con commovente sincerità. Una lettura da cui è impossibile staccarsi, una testimonianza che cattura lo spirito e l’anima (la neshamà, in ebraico) del sopravvissuto.

I nazisti gli avevano tolto tutto. Non potevano immaginare che un giorno la preda sarebbe diventata un cacciatore.

Buongiorno a tutti,
oggi vi parlo di un libro che mi ha toccato nel profondo, si tratta di: Il sopravvissuto di Auschwitz, di Josef Lewkowicz e Michael Calvin, edito da Newton compton edizioni che ringrazio per la copia digitale.

"L’idea di invasione, morte e distruzione era al di là della nostra immaginazione, eppure tutti quei ragazzini, che ridevano davanti ai film di Charlie Chaplin e avevano così tanto per cui vivere, avevano la sorte segnata. Nessuno di loro sopravvisse."

Noi tutti a scuola abbiamo avuto modo di conoscere la seconda guerra mondiale e apprendere parte delle atrocità che esseri umani hanno perpetrato verso altri esseri umani nascondendosi dietro il falso mito di un'ideale. A distanza di tanti anni e dopo aver letto tanti libri sull'Olocausto, mi rendo conto che molte cose sono state trattate con superficialità, altre sono state taciute e ancor di più sono state scordate. Credo che dimenticare sia l'ennesimo insulto verso coloro che hanno perso la vita e verso i sopravvissuti che hanno subito qualsiasi aberrazione con l'intento di annientare la loro anima, la loro mente e il loro corpo.

"Ma io ero stato là. Tutto questo era successo. Ho i materiali dei processi per i crimini di guerra a provarlo. Non potete chiudermi la bocca. Non potete farmi stare zitto. Io parlerò con chi è disposto ad ascoltarmi, anche se l’orrore dei miei racconti è tale da non poter essere neppure immaginato."

Michael Calvin ha messo nero su bianco la testimonianza diretta di Josef Lewkowicz, la sua vita e le esperienze che ha vissuto hanno dell'incredibile e vorrei tanto che si trattasse di fantasia, ma purtroppo così non è. Leggere questa storia è stato straziante e al contempo mi ha aiutata a capire quanta forza ci voglia per conservare la propria umanità anche se si è passati per l'inferno. Leggendo si ha la consapevolezza di essere di fronte a una persona speciale e garbata, che si pone il problema di non turbare il proprio interlocutore, a cui chiede più volte scusa per il bisogno di addentrarsi in descrizioni che potrebbero turbarlo. 
Avete capito bene: lui chiede scusa a noi. Lui che quelle cose le ha subite direttamente; lui che ha perso ogni affetto e a cui è stata strappata ogni cosa. Vi rendete conto di come sia assurda questa cosa?

"Mi sembrava di essere all’inferno. C’erano cadaveri stesi sulla strada; vedevo gruppi di uomini, donne e bambini radunati nei cortili. Sapevo cosa mi sarebbe toccato se mi fossi fatto scoprire, e continuai, un passo alla volta, verso casa nostra. Non ci arrivai mai."

Calvin ha scelto un modo molto suggestivo per raccontare questa storia che appare come un dialogo intimo, una confidenza fatta con estrema educazione, ma da dove emerge ogni emozione che Lewkowicz rivive ripercorrendo le tappe della sua vita: da bambino che viveva in una famiglia semplice e piena di amore, al periodo di restrizioni dove ogni libertà veniva limitata sempre più, agli anni della prigionia e a quelli successivi dove la vita ha preso le vie più disparate, facendogli provare soddisfazioni, trovare affetti, ma non risparmiandogli ulteriore dolore.

Ho avuto una forte empatia durante la lettura che a tratti ho avuto la necessità di rallentare per riprendere fiato, perché la sensazione di soffocamento era tale da scavarmi un buco al centro del petto.

"Venite con me, in quel carro bestiame che serviva come camera di tortura e diventò una tomba. Preparatevi a soffrire, e a soffrire ancora. Cercate di non rifuggire dalla realtà, dalle immagini che ho il dovere di creare. Questo è ciò che succede quando la vita umana è ritenuta tanto insignificante da diventare un fastidio, una cosa da niente."

Una suggestione tale da vedermi scorrere davanti gli occhi le scene di cui leggevo. Se avete visto il film Schindler's List potete capire di cosa parlo. Lo stesso Lewkowicz afferma che questo film ha una valenza storica importante in quando è tra i più fedeli della situazione che ha vissuto.
Storia privata e storia mondiale si fondono in un racconto che vuole essere un tributo a chi non c'è più. Un testamento a chi, oggi e in futuro, vorrà tenere viva la memoria per non scordare.  

"I sei milioni di ebrei che furono assassinati nel corso della Shoah non volevano morire. Volevano vivere, ritornare a casa, vedere crescere i propri figli, le proprie famiglie allargarsi e prosperare."

Mi sento di dire grazie a Josef Lewkowicz per aver condiviso la sua storia e per aver lottato con ogni mezzo e per tutta la sua vita per sopravvivere prima e in seguito per non far dimenticare. Sono io a essere onorata di brindare assieme a Lei. L'Chaim. Alla vita. 
Michael Calvin va senz'altro un grazie per il modo in cui ha saputo raccogliere e scrivere questa testimonianza.
La traduzione del testo ha di sicuro aiutato me a entrare in toto nel testo e infime grazie alla casa editrice per aver portato in Italia questo libro.

Scusatemi se mi sono dilungata, ma ancora tanto avrei da dire. 
Vi consiglio di leggere Il sopravvissuto perché c'è bisogno di non dimenticare e, oggi come allora, rischiamo di perdere l'umanità che dovrebbe appartenere agli esseri umani, le diversità sono un arricchimento e non una minaccia.

"Chi nega l’Olocausto commette un crimine contro l’umanità, perché è tutto documentato con precisione."

Buona lettura!
Monica S.




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