RECENSIONE - Come cani sciolti, di Maria Donata Tranquilli

Titolo: come cani sciolti
Autore: Maria Donata Tranquilli
Editore: Delrai edizioni
Genere: narrativa
Data pubblicazione:  31 gennaio 2025
Prezzo: ebook €4,99 cartaceo: €15,90
Pagine: 264
Serie: autoconclusivo




Bronx, 1976.
Daniel assiste all’esecuzione di suo padre per mano del mafioso italiano Vitali. È troppo giovane e impotente di fronte al gelido assassino, ma il senso di colpa per essere rimasto immobile a subire un tale sopruso inizia a divorarlo. Sopraffatto dagli eventi, deve assumersi la responsabilità della famiglia, perciò abbandona gli studi e inizia a lavorare come lavapiatti. Durante il blackout del 1977, viene coinvolto dalla gang messicana dei Los Chicos in una rapina e, proprio in quell’occasione, incontra l’assassino del genitore. Il fuoco della vendetta torna a bruciare e Daniel deciderà di adoperarsi con ogni mezzo per farsi giustizia. Sopravvivere e seguire il suo scopo non è un cammino semplice: scendere a patti con la violenza è l’unica soluzione possibile.

Buongiorno a tutti, 
Ringrazio la  Delrai edizioni per la copia ARC digitale di Come cani sciolti, di Maria Donata Tranquilli.
Questo libro mi ha incuriosita immediatamente, ma devo ammettere che è molto diverso da ciò che mi  aspettavo.

Daniel è cresciuto in una famiglia un po' sopra le righe, con una madre scostante e un padre che gli riserva tutte le attenzioni possibili, nonostante gli impegni e le difficoltà, vivendo in un luogo complicato come lo è il Bronx. Da bambino coltiva il desiderio di diventare un giocatore di calcio, ma i sogni gli vengono strappati nel modo più duro quando assiste all'assassinio del padre. 


«Danielito. Io voglio portarvi fuori dai ghetti dove i bianchi ci hanno chiuso. Lo faccio perché vi amo e non voglio vedervi schiavi dei gringos. Sei così giovane, e tante cose non puoi immaginarle, ma fidati di me: questo Paese non è quello che vuole far credere. Per questo ho bisogno del tuo aiuto. Devo fare una cosa importante che mi terrà molto impegnato e tu dovrai occuparti della famiglia in mia assenza. Puoi farlo?» «Farei qualsiasi cosa per la famiglia.»

L'adolescenza gli viene strappata e al contempo è gettato senza scrupoli nel mondo degli adulti, senza una vera guida e con una famiglia che esige un tributo sempre più alto. Perdersi è davvero molto facile quando non ci sono garanzie, non si ha un punto di riferimento e si bazzica in ambienti dove la legalità è utopia.

Considerazioni

L'autrice non si è risparmiata nel descrivere una condizione sociale di povertà estrema, in un luogo dove le istituzioni sono assenti e la nazionalità una colpa, o un'aggravante. La morale assume confini labili e la sopravvivenza porta a compiere scelte estreme.
Insieme a Daniel scendiamo nelle viscere del Bronx, un bambino che si scontra con le difficoltà dell'essere adulto. La domanda che mi sono posta è: quanto incidono il tessuto sociale e la famiglia  sulla condotta del singolo? Ebbene Daniel tramite il suo percorso e le riflessioni che fa, dà una risposta a questo quesito. 

«A prescindere da come andranno le cose oggi, io voglio che tu ricordi questo: un uomo non è niente senza la sua famiglia. Sono dovuto diventare padre per capirlo, e voglio che tu non lo dimentichi mai.»

Leggendo mi sono trovata in una dimensione che non mi appartiene, ma la bravura dell'autrice è stata quella di riuscire a farmi avere un punto di vista privilegiato, diretto e incontrovertibile: quello degli abitanti del Bronx, in primo piano Daniel, ma anche dei personaggi che gli ruotano intorno.
Una storia cruda, reale, incalzante e realistica che affronta molte tematiche, che passa per tanti strati di emozioni e porta a un'intima analisi personale dei personaggi.
In tutto ciò a mia volta ho provato una scissione tra ragione, riconoscendo le scelte sbagliate, e il cuore perché Daniel, ma non solo, mi è entrato dentro facendomi comprendere le sue motivazioni e sentire il peso delle sue rinunce.

"Daniel indietreggiò di un paio di passi. Premere un grilletto era un semplice movimento del dito, all’interno del quale risiedeva tutto il potere distruttivo. Un grilletto premuto poteva rappresentare l’epilogo di una vita, di un dominio, oppure il suo inizio. Non era solo un atto fisico, ma uno che avrebbe dovuto trascinare con sé un peso morale; ogni vita persa rappresentava un mondo di possibilità annullate e relazioni spezzate."

Voglio fare i miei più sinceri complimenti a Maria Donata Tranquilli per questo splendido debutto, spero di leggere presto qualcos'altro di suo. Estendo i complimenti anche alla Delrai per aver pubblicato una storia sì splendida, ma ostica, come questa.

Ne consiglio la lettura a chi ama la narrativa e a chi piace leggere storie non semplici, ma di forte impatto.

Buona lettura!
Monica S.

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