RECENSIONE - "Devo essere brava" di Alessandro Q. Ferrari

Titolo: Devo essere brava
Autore: Alessandro Q. Ferrari
Editore: De Agostini
Genere: Narrativa
Prezzo ebook: € 7,99
Prezzo cartaceo: € 15,10
Data di pubblicazione: 8 settembre 2020
Pagine: 259
Serie: autoconclusivo

Sara deve essere brava. Deve essere brava, e non ci sono alternative. Perché in caso contrario non rivedrà più suo fratello Rocky, non glielo lasceranno portare a casa, non potrà mai viverci insieme. E Rocky è tutto ciò che vuole dalla vita. Quello e andarsene da Roveto, dove il grigiore annebbia la mente e impedisce di vedere il futuro. Certo, il fatto che suo padre se ne sia andato non aiuta. Nemmeno che sua madre abbia trovato lavoro in città e abbia deciso di abbandonarla. Ha la rabbia ai denti, Sara. È questo mondo storto e sbagliato, dove una diciassettenne può ritrovarsi all’improvviso sul baratro di un abisso, che gliela fa venire. E lei ha bisogno di distruggere, mordere, rompere, forse anche solo per togliersi quel sapore nero che ha in bocca, come se l’unico modo di avvicinarsi alla realtà fosse azzannarla. Sara deve essere brava, per trovare una via d’uscita a tutto questo. Ma da sola non può farcela. Può farcela? Amicizie sbagliate, ragazzi sbagliati, adulti sbagliati. Sara sa solo ripetersi quello che deve ma non riesce a essere. Finché una notte, a Roveto, tocca il fondo dell’abisso, e capisce che è il momento di risalire. Non importa se tutto il mondo le è contro, niente potrà fermarla. Dall’autore del bestseller Le ragazze non hanno paura, una storia che racconta la ferocia e la grazia dell’adolescenza.

Alessandro Q. Ferrari è uno sceneggiatore di fumetti, cartoni animati e serie tv. Nel 2016 la sua graphic novel Star Wars The original trilogy è stata un bestseller mondiale, nella top ten del «New York Times». Dal 2006 Alessandro collabora con De Agostini, The Walt Disney Company, Lucasfilm, Rainbow, Rai, Luxvide, Zodiak, Rizzoli/Lizard. Le ragazze non hanno paura è il suo straordinario romanzo d’esordio.
Bentrovati,
oggi vi parlo dell'ultimo libro che ho letto per voi, si tratta di Devo essere brava, di Alessandro Q. Ferrari, edito da De Agostini che ringrazio per avermi fornito il file per la lettura.

Curioso l'incipit scelto che mi ha strappato una riflessione ancor prima di iniziare:

Credo sia per questo che i narratori, a differenza delle narratrici, affrontano molto raramente l’inversione di genere nella scelta dell’io narrante. Non si tratta banalmente di “immaginarsi donna”, ma di credere fino in fondo che le storie delle donne abbiano la stessa dignità di racconto di tutte le altre. MICHELA MURGIA, 
Introduzione a Post Pink: antologia di fumetto femminista, a cura di Elisabetta Sedda

Se esiste davvero questo scoglio, siamo davvero messi male e, come persone, abbiamo bisogno di iniziare una rieducazione che porti al rispetto verso il genere umano che porti un equilibrio tra i sessi. Però vedendo i fatti di cronaca e le discriminazioni che ci circondano, effettivamente c'è necessità di dare rispetto a quelle persone che spesso vengono ritenute deboli, diverse o infette. Questa mia riflessione non riguarda solo le donne, ma tutti coloro che subiscono preconcetti perché scelgono di essere se stessi. 
Scusate questa piccola divagazione, ora passo a parlarvi del libro.

Vengo subito presa di petto da Sara che inizia a dirmi, con una fredda lucidità, cosa le è accaduto e per quale motivo devo leggere la sua storia. Ebbene, mi sono messa comoda e l'ho ascoltata.

"Ho dei brutti pensieri. Ho la rabbia e i brutti pensieri. Mi mordo le dita imprimendo i denti nella pelle, non sanguino mai per quanto stringa."

Senza un punto di riferimento, con un senso di inadeguatezza e con molte più responsabilità di quelle che dovrebbe avere una ragazza della sua età, Sara affronta l'inevitabile come meglio può. 
Non ha guide e non deve rivelare la situazione se vuole riavere suo fratello a casa. 

"Si sono dimenticati di lei e lei resta qui, da brava, ad aspettare... 
Anche io devo fare la brava e aspettare."

Un'età particolare la sua in cui non si è più bambini, ma non si è ancora adulti. I desideri mutano, le speranze dovrebbero sbocciare e i rapporti interpersonali evolversi, ma Roveto sembra un paese fermo, immutato nel tempo e incapace di dare una qualche possibilità ai suoi abitanti. 

"Voglio solo che mi abbracci, che mi dica che mi vuole. Che si prenda cura di me. Che mi stringa. Mi vuoi bene? Mi vuoi bene, papà? E non è il chiederlo, è proprio la risposta che mi manca."

Un viaggio a ritroso tra i ricordi, le nuove amicizie che sembrano essere una speranza e il giro nella periferia più buia. Gente per bene, gente che si arrangia alla meno peggio e gente che non si assume responsabilità.
Che futuro e speranze ci possono essere con queste condizioni?

"Posso fare da sola. Questo pensiero è l’unica cosa solida che mi è rimasta."

Considerazioni

Questo libro è un viaggio nell'adolescenza, l'autore mette nero su bianco tutte le problematiche di questa età. Il rapporto con gli adulti, le difficoltà nell'accettarsi, il confrontarsi con i compagni di scuola con tutto ciò che ne concerne: far parte del gruppo, avere il rispetto altrui e riuscire ad avere quel rapporto di amicizia che tante volte è solo il bisogno di esser compresi.
Insieme a Sara, mi sono ritrovata in una dimensione che ormai ho passato da decenni e a cui a volte non voglio pensare perché ammettiamolo: l'adolescenza è dura!

"Sembra facile respirare, non ci pensi e lo fai, ma deciderlo, costringerti a respirare quando i muscoli non ti danno retta è davvero impossibile."

Le scelte della ragazza non sono tutte accettabili, ma nell'ambiente in cui si trova sembrano le uniche possibili.
La sua rabbia investe con forza, il suo bisogno di mordere per lasciare un segno, per ferire o somatizzare ciò che la ferisce.

"Mi sento, dentro, enormemente sola. Di una solitudine passata oltre che presente. Come se le persone che ho conosciuto,
...
come se queste persone non fossero mai state nella mia vita."

Non amo particolarmente i protagonisti giovani, ma ci sono le eccezioni e questa è una di quelle.
L'autore ha fatto un buon lavoro a dar voce a questa ragazza e alla sua storia che non è per nulla semplice e proprio per questo ho apprezzato.
I personaggi secondari risultano ben caratterizzati e sono parte integrante della storia a cui apportano un grosso contributo. Una bella svolta mi ha ridato un sorriso e un po' di speranza.

"Rido perché sono nervosa, elettrica, rido per fare uscire quel grido dai pensieri, ma è come se ridessi di lui."

Il file risulta ben corretto e la storia risponde a tutte le domande che mi sono sorte. Per tutto ciò faccio i complimenti ad autore e CE.
Mi piacciono i libri che mi spronano a riflettere e questo lo ha fatto. Ho trovato intensa e significativa la morale che nasce dall'evoluzione della storia, in realtà potrei dire almeno due di insegnamenti che ho tratto, ma preferisco che ogni lettore tragga i propri. In caso vogliate confrontarvi, sapete che potete contattarmi in privato.
Ne consiglio la lettura a chi piacciono le storie controverse che affrontano tematiche quotidiane e scottanti. Uno spaccato di vita che potrebbe tranquillamente avvenire in ogni luogo.

Buona lettura!
Monica S.

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