RECENSIONE IN ANTEPRIMA - "Io al posto tuo" di Valentina Torchia

Titolo: Io al posto tuo
Autrice: Valentina Torchia
Editore: De Agostini
Genere: narrativa contemporanea
Prezzo ebook: € 6,99
Prezzo cartaceo: € 16,05
Data pubblicazione: 31 maggio 2022
Pagine: 344
Serie: autoconclusivo


Tre cuori, tre vite, tre desideri. Un solo modo per incontrarsi

Bianca e Takeru sono uniti da una profonda amicizia, ma non hanno niente in comune. Lei ha 19 anni e i suoi passatempi preferiti sono imbucarsi ai funerali e collezionare libri che non leggerà mai, per non affrontare ciò che contengono. Lui di anni ne ha 16, crede alla leggenda dei mille origami che possono realizzare i desideri e misura tutto il suo mondo in battiti cardiaci. Quante volte batte il cuore umano in una vita intera? Quanti battiti lo separano dal momento in cui saprà rivelare a Bianca i suoi veri sentimenti? Bianca e Takeru non hanno niente in comune, tranne il fatto che entrambi aspettano un trapianto di cuore. Un giorno l’attesa finisce. Il cuore arriva. Ma è solo per uno dei due. La loro amicizia è appesa a un filo sottile, che potrebbe spezzarsi sotto il peso della colpa e della paura. E poi arriva Blu, con un cuore che batte furioso. Blu, che corre sull’orlo di un baratro fatto di adrenalina e vita che brucia. I loro desideri possono realizzarsi o sono destinati a infrangersi per sempre?
Valentina Torchia, è una scrittrice italiana nata a Milano nel 1983. Laureata in Biotecnologie Mediche, lavora come Medical Writer e giornalista scientifica. Da sempre appassionata di storie, ha frequentato la scuola di scrittura Bottega Finzioni di Bologna, dove ha studiato scrittura per diversi media, dai romanzi alle sceneggiature per fiction e animazione. Il suo romanzo d’esordio, Ti sento, è stato premiato all’evento Milano Pitch 2019 come miglior romanzo di narrativa ed è stato tradotto all’estero.

Buongiorno a tutti,
ho avuto il piacere di leggere in anteprima l'ultimo libro di Valentina Torchia, si tratta de: io al posto tuo, edito da De Agostini che ringrazio per la copia ARC.
Le tematiche del libro mi portano a classificarlo come narrativa contemporanea, per l'età dei personaggi il libro si può considerare uno young adult, di fatti come età di lettura vengono indicati +13 anni.

La storia di Bianca e Takeru non è semplice per via delle problematiche di salute. L'autrice è riuscita a ricostruire le dinamiche di una vita passata in attesa: di avere la cura giusta, del cuore per il trapianto, delle visite programmate, dei momenti da ritagliarsi per vivere la normalità. Mi sono ritrovata nelle corsie dell'ospedale, nei reparti, luoghi che mio malgrado conosco e che quindi mi hanno toccata in modo diretto. 
Bianca è quella più ribelle che non segue le regole alla perfezione, pensa al momento in cui tutto finirà e teme la vita più della morte. 

"Per un attimo, sento di nuovo come se mi stesse mancando il fiato. Ma stavolta il cuore non c’entra. È la solitudine. Non la mia, io sto messaggiando con il mio migliore amico. La solitudine delle persone che sono sepolte qui."

Di contro, Takeru è quello che anela al dopo, si comporta al meglio, perché vuole farsi trovare pronto quanto giungerà il cuore che gli permetterà di correre e sentirsi libero. Così diversi eppure complementari. 

"Non voglio che qualcuno muoia per donarmi il suo cuore. Però, quel cuore lo voglio davvero."

Intorno a loro personaggi secondari che diventano coprotagonisti perché il rapporto che li lega è un destino comune: la malattia che fa cadere le differenze di cultura, età e unisce nell'attesa.
Il prima e il dopo si intrecciano perché il cuore arriva, ma solo per uno dei due e questo, in un certo senso, divide le loro strade per svariati motivi. Il primo tra tutti è il senso di colpa che affonda le radici in profondità oscurando le emozioni e la mente.

"Noi tre siamo qui per non pensare. Per ignorare il resto del mondo e dimenticare che siamo pazienti malati in un ospedale. Odio quel pensiero. Odio pensare di essere una persona malata. Odio pensare alla parola che inizia con la M, di cui invece Bianca parla sempre, troppo. Non sono capace di scherzarci su, come fa lei."

La vita non è fatta solo di belle esperienze, prati fioriti e raggi di sole. C'è molto altro e anche se non è giusto, il dolore e la malattia sono elementi che esistono, non guardano in faccia nessuno e non tengono conto dei sentimenti. 

"Mi hanno aperto la cassa toracica e ci hanno infilato dentro un cuore nuovo. Solo adesso me ne rendo conto. Il cuore sta battendo. Ed è normale. Respiro normalmente. Sento che il mio corpo funziona. Di nuovo. Come se non fosse successo nulla. Come se i problemi di questi ultimi anni non fossero mai esistiti. Il battito aumenta leggermente. Ma, a parte questo, non succede altro. Sono viv_. Il mio cuore nuovo funziona."

Considerazioni

Durante la lettura mi è arrivato forte il senso di impotenza di fronte a un destino che non si può controllare, ognuno di noi può credere di poterlo fare o arrendersi all'evidenza, ma arriva un momento in cui bisogna scontrarsi con la realtà. La malattia non viene accettata con rassegnazione anche se conviverci non è certo facile.
Se questa fosse una favola, non esisterebbe un reparto di cardiologia pediatrica, ma la vita reale non ammette sconti e così l'autrice che, attraverso i suoi personaggi, narra in dettaglio ciò a cui vengono sottoposti. La narrazione è lineare, con un senso di ineluttabilità che rende il tutto quasi accettabile perché non esiste una via di fuga. I protagonisti vivono e sognano, ma sono consapevoli dei limiti che piano piano ne circoscrivono anche i desideri.

"Sono sull’orlo di un precipizio. Basterebbe un soffio di vento, un rumore troppo forte. Perderei l’equilibro e cadrei di sotto, sfracellandomi. E addio cuore nuovo."

La storia ha un taglio netto quando uno dei due protagonisti fa il trapianto. Il prima e dopo è contrassegnato dal senso di colpa da parte di entrambi. In questo frangente vengono fatte delle scelte che mi permetto di definire sconsiderate anche perché, con i miei 44 anni, ho passato da parecchio la fase delle scelte incaute, almeno spero di averlo fatto. La storia è ambientata in epoca moderna e mi rendo conto che le vicende che sono narrate sono di attualità. Per questo elemento consiglio che la lettura da parte degli adolescenti  venga fatta se affiancati da un adulto, per poter approfondire con il dialogo le conseguenze di alcune scelte.

"E allora ho cominciato a capire che non mi interessava nemmeno vivere la mia, di vita. Che senso ha vivere, se sai che di lì a pochi anni finirà tutto?"

Di questa autrice mi piace la capacità comunicativa, il dare vita a storie complesse e il fatto che studia per descrivere al meglio procedure mediche e le malattie che decide di inserire nei testi. Questo dà alla storia una connotazione realistica, a volte cruda e spesso dura, cosa che trovo più che giusta. La narrazione in prima persona rende il tutto più diretto, a tratti intimo. Per questo le faccio i miei complimenti.

Ne consiglio la lettura a chi ha già letto e apprezzato la scrittura di Valentina Torchia, a chi cerca storie contemporanee, ma non teme la sofferenza che inevitabilmente è collegata a una storia come questa.
A me non resta che attende questa sera per partecipare all'intervista con l'autrice.

Buona lettura!
Monica S.




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