RECENSIONE - "Corella, l’ombra del Borgia" di Federica Soprani

Titolo: Corella, l’ombra del Borgia
Autrice: Federica Soprani
Genere: Romanzo Storico
Editore: Nua Edizioni
Data Pubblicazione: 3 dicembre 2020
Pagine: 280
Prezzo Ebook: € 3,99
Prezzo cartaceo: € 14,25
Serie: autoconclusivo

Roma, 1505. In un cupo sotterraneo di Castel Sant'Angelo, Niccolò Machiavelli fa visita a un prigioniero spagnolo: Michele Corella. Il suo corpo è stato devastato dalla tortura, ma la sua mente ancora vigile e colma di ricordi trascina il letterato in un viaggio nel tempo, sulle tracce di un'avventura tanto grandiosa quanto effimera, l'ascesa e la caduta di un uomo, Cesare Borgia, all'ombra del quale il narratore ha vissuto, custode e araldo di un sogno non suo.

Cari lettori, torno da voi con un romanzo storico. Da molto tempo volevo legger questo libro. Improvvisamente scomparso dal mercato, è tornato pubblicato dalla Nua Edizioni. Sto parlando di “Corella, l’ombra del Borgia” scritto da Francesca Soprani, che ha vinto anche un premio nel 2013.
Chi non conosce la famiglia Borgia, anche solo per sentito dire? Famosi per i loro scandali e presunti incesti, sono indubbiamente stati uomini e donne di spicco dell’Italia del ‘500. Oltretutto, Rodrigo Borgia fu eletto Papa dal 1492 al 1503.
Questo libro non è un romanzo sulla vita della famiglia Borgia, come se ne trovano molti. Non vi nego che ho letto in passato vari libri sull’argomento più o meno romanzati, e altri sono in attesa nella mia libreria. Inoltre, da series tv addicted, ho guardato entrambe le serie tv.
In questo romanzo, la voce, seppur in terza persona, è quella di Michele Corella, detto Micheletto. Fedelissimo di Cesare fin dall’adolescenza, lo seguirà in ogni avventura diventando la sua ombra.

«Arrivati alla fine, siamo capaci solo di vedere cosa avremmo potuto essere. Per questo amavo Cesare, per questo l’ho seguito. Lui e io, insieme, vivevamo per l’ora e il subito, bruciavamo ogni cosa, perché sapevamo di non avere l’eternità dinnanzi. In fondo non siamo cambiati. Io non sono cambiato, Niccolò. C’è l’ora e c’è l’adesso, e adesso io sono qui con voi. Vi guardo. Vi parlo. Potrei toccarvi.»

Proprio un’ombra è Michele che, dall’animo di filosofo e poeta, si trasforma in una mano nera capace di uccidere con rispetto e devozione. Se mi passate l’associazione dei termini.
Tutta la sua vita è stata dedicata al Valentino. Grazie a lui riusciamo a vedere un Cesare più realistico forse, un uomo da un carisma incredibile, capace di grandi sogni e ambizioni seppur paranoico e pervaso da una smania di dover fare e dimostrare. 
Ho sempre avuto una certa ammirazione per la sua figura, tra realtà, mito e leggenda, è sicuramente stato un personaggio straordinario.
Non sto qui a dilungarmi sulla trama perché appartiene alla storia nota ai più di noi.
Mi soffermerò sulle emozioni e lo stile.
La narrazione in terza persona, ci trasmette un quadro generale abbastanza oggettivo, seppur attraverso gli occhi di Corella. Nonostante la sua devozione, è cosciente della natura di Cesare, tuttavia non può fare a meno di seguirlo. 

«E sia come dici, Michele Corella, tu che con le parole convinceresti il diavolo a consegnarti le chiavi dell’Inferno. Io sarò tutto ciò che vorrò essere, e tu…» Gli puntò il dito contro, affondandoglielo nel petto. «Tu sarai con me, al mio fianco, in terra, in cielo o ovunque i miei passi mi porteranno.»

Spesso le pagine si tingono di sangue, poesia, malinconia. L’emozione trasmessa è quella che cercavo, diversamente dall’architettura del libro. Me lo immaginavo diverso ma comunque è riuscito a emozionarmi in varie occasioni. Non riesco a spiegare bene la natura di queste emozioni, ma la scrittura dell’autrice riesce a creare un velo che avvolge e quasi protegge le sensazioni provate da Micheletto, in modo che arrivino intatte a noi.

Cosa stava facendo esattamente della sua vita? Era valsa la pena lasciare gli studi, deludere le aspettative della sua famiglia, e per cosa? Per rincorrere un sogno che non era neppure suo, per vivere all’ombra di altri, annullando se stesso. A vent’anni non aveva un lavoro degno di essere considerato tale, non si era sposato e in nome di Cesare si era macchiato di azioni che la sua stessa coscienza condannava.

Lo stile e il linguaggio sono consoni all’epoca. Ho particolarmente apprezzato il registro linguistico che può vantare di parole auliche e in disuso al giorno d’oggi.
Sicuramente un libro che vale la pena di essere letto, soprattutto dagli appassionati.
Lo valuto complessivamente con 4,5/5.

Buona lettura.


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