PRESENTAZIONE IN ANTEPRIMA " Drop of Blood. On the shore of eternity" di Deborah P. Cumberbatch

Titolo: Drop of Blood. On the shore of eternity
Autrice: Deborah P. Cumberbatch
Editore: self publishing
Genere: Urban fantasy
Data pubblicazione: 30 ottobre 2018
Serie: terzo e conclusivo volume della trilogia
Pagina autrice


La fine degli dèi è sopraggiunta.
Il tempo degli Olimpi è ormai terminato per opera della loro stessa figlia, forgiata dal loro stesso sangue, per liberare il mondo dalle menzogne su cui era stato costruito.
Quando Paige si risveglia, non ha idea di dove si trovi, cosa sia successo o quanto tempo sia passato, ma ha una certezza: tutto il mondo che lei conosceva è solo un vago spettro del passato.
In quest’ultimo capitolo, Paige dovrà battersi con un nemico che potrebbe significare la sua fine, dovrà imparare a essere forte, a proteggere le persone che ama e fare i conti con le conseguenze delle proprie scelte.
Quanto il Destino fa parte di noi e quanto noi facciamo parte di esso?
Siamo davvero nemici o siamo due facce della stessa medaglia?
Forse, dopotutto, inizio e fine sono soltanto due sinonimi, entrambi portatori di speranza, perché quando sembra davvero che sia finita, è allora che tutto comincia.
Proprio allora comincia la storia.
“Il Destino è il tuo Dono” hanno profetizzato le Parche.


Sono Deborah P. Cumberbatch, pseudonimo di Deborah Luongo, ho ventuno anni e sono nata a Napoli.
Studio psicologia alla Federico II, facoltà che ho scelto perché mi hanno sempre affascinato i meccanismi della mente umana, quei dinamismi che ci portano a prendere determinate decisioni piuttosto che altre, il mondo interiore di ognuno di noi, ma il mio sogno è quello di diventare una scrittrice (e di poter vivere della mia penna) da quando avevo otto anni: adoravo (e adoro) il “Signore degli Anelli” e stavo scrivendo le battute del film su un quaderno, quando mio padre mi disse “Perché non ne scrivi uno tuo?” e da lì è nata questa passione che non ho più lasciato, scrivendo il mio primo libro sugli zombie (che resterà più che nascosto in un cassetto ahahah).
La mia scrittrice preferita è Jennifer Armentrout e per me è diventata un modello a cui aspirare, ma in generale ho un amore incondizionato per qualunque buon libro: credo che non possa esistere una scrittrice che non sia prima di tutto una lettrice e sin da bambina i libri sono sempre stati un porto sicuro in mezzo al caos della vita. La lettura e la scrittura hanno sempre avuto il sapore di casa per me.
Sono una ragazza da pigiama, copertina e un buon libro o una buona serie televisiva/film (senza contare la mia passione per i cartoni della Disney!), ma la scrittura è sempre stata per me terapeutica: poter vivere mille mondi, essere chiunque io volessi, evadere dalla realtà e gestire tutte le situazioni… Credo che non esista cura migliore.
La frase che mi rappresenta meglio? Sicuramente quella dell’uomo che è riuscito dal nulla a creare un mondo meraviglioso: Walt Disney. “Se puoi sognarlo, puoi farlo. Ricorda sempre che questa intera avventura è partita da un topolino”.


Quella fu la mia volta.
Le mie braccia si ricoprirono di linee nere e fiotti di sangue iniziarono a esplodere dalla mia bocca, dal mio naso e dalle mie orecchie e, dato che tutto si stava tingendo di rosso, capii che anche i miei occhi stavano lacrimando sangue. 
Sentii delle grida in lontananza, alcune erano acute e penetranti, tanto che temetti potessero scavarmi dentro fino a consumarmi, altre erano una richiesta disperata di aiuto, ma non seppi definire precisamente a chi appartenevano, dal momento che stavano urlando tutti.


La solitudine, quando diventa cupa e abissale, quando smette di essere indipendenza e uno spazio per se stessi per diventare un continente di distruzione, può portare una persona alla follia e al desiderio di perdere tutto.
Ero pronta a lasciarmi andare, ma la voce di Nathan rimbombò nella mia testa, mettendo un attimo a tacere quel vuoto frastornante che squarciava il mio petto.
“Il senso di solitudine, angelo, può annientarti o salvarti. Sii la donna di cui mi sono innamorato, continua a essere sempre la mia Paige. Lotta e ritrovati, sempre. Perché sarò lì ad aspettarti, qualunque sia il luogo”.
Era come un ricordo, appartenente al passato, parole dette a fior di labbra, che mi rinfrescarono la pelle, impedendomi di scivolare via.
Me ne restai immobile sotto i due cipressi, boccheggiando, lasciando che il tempo trascorresse e mi lasciasse sola in quella palude.
Sola nella mia solitudine, aspettando di ritrovarmi o di lasciarmi andare.
Per una volta, dunque, lasciai che fosse il Destino a decidere per me.
Ed esso lo fece, sorridendo come un caro amico

Buona lettura!

Commenti

Post popolari in questo blog

RECENSIONE - Daisy Haites. Spara dritto al cuore, di Jessa Hastings

RECENSIONE - Il narratore di storie, di Rita Nardi

RECENSIONE "Deviant" di Ellie B. Luin