RECENSIONE - "La pittrice di Tokyo" di Sarah I. Belmonte

Titolo: La pittrice di Tokyo
Autore: Sarah I. Belmonte
Editore: Rizzoli
Genere: Narrativa storica
Prezzo ebook: € 9,99 
Prezzo cartaceo: € 17,10
Data di pubblicazione: 25 gennaio 2022
Pagina: 292
Serie: autoconclusivo

Palermo, 1938. Mentre le sue coetanee si sposano e crescono figli, Jolanda sfreccia in bicicletta per i campi indossando i pantaloni del fratello, con i capelli al vento e la macchina fotografica sempre in spalla. Vuole essere libera, ma sa bene che per una donna, in Sicilia, la libertà è fatta di piccole conquiste segrete: come le poesie scritte sotto falso nome che appende ai muri della città, o il lavoro da fotoreporter che suo padre le concede di svolgere in attesa che metta la fede al dito. Intanto, l'Europa è scossa dalle leggi razziali e dalla minaccia di una nuova guerra. Sognare una vita diversa sembra impossibile, ma il destino le riserva una possibilità inattesa: un biglietto per Tokyo pagato da una misteriosa benefattrice. È così, apparentemente per caso, che Jolanda si imbatte nella storia di O'Tama Kiyohara, straordinaria pittrice giapponese che per amore ha trascorso più di cinquant'anni a Palermo, creando con le sue opere un ponte invisibile tra le due isole del suo cuore. L'incontro con O'Tama e con il Giappone sarà per lei un nuovo inizio. Osservando l'eleganza dei kimono, la solennità del monte Fuji e la grazia dei pruni in fiore, scoprirà una terra fatta di bellezza e tradizione, e attraverso il suo obiettivo avrà l'occasione di guardare con altri occhi la natura, l'arte e la femminilità.

Buongiorno a tutti, oggi vi parlo di una mia lettura privata, si tratta de "La pittrice di Tokyo", di Sarah I. Belmonte, edito da Rizzoli.

Cosa lega Jolanda a O'Tama? Il desiderio di vivere la propria vita in libertà, senza le costrizioni di genere, classe sociale e imposizioni. Purtroppo un discorso utopico persino oggi, ma nei secoli scorsi ancor più difficoltoso, soprattutto, se si pensa alla rigidità della mentalità che vede l'uomo a capo di tutto e la donna come oggetto da usare e comandare a proprio piacimento.

"Non ho idea di cosa sia più complicato da accettare, un vecchio ricordo che torna a bussare al mio cuore facendolo crepare o una nuova sensazione simile al disprezzo."

Quella di Jolanda è una ricerca a ritroso per capire cosa la lega a una donna che ha attraversato l'oceano per giungere in Sicilia, per poi tornare nella sua terra. Il suo desiderio di libertà e la convinzione di potersi affermare subiscono un duro arresto quando la famiglia esige la sua resa. Il colpo peggiore è quando scopre che l'indipendenza tanto agognata in realtà ha un guinzaglio corto tenuto da mani sconosciute.

È la stessa O'Tama che racconta cosa ha fatto, che legami ha costruito e che difficoltà ha affrontato durante gli anni che ha vissuto in Sicilia. La sua vita in Giappone e le scelte che l'hanno portata a lasciare il mondo conosciuto per l'incognita di una terra lontana e un'esistenza nuova. Il dolore che questo viaggio le ha causato e la forza di un amore che l'ha rafforzata.

"I ricordi dolorosi mi trapassano, ma sono pronta a seppellirli in fondo al cuore.
Voglio essere forte come questa donna, felice come un fiore che incontra la primavera."

La loro connessione inizia proprio con un viaggio transoceanico, non certo facile e con il peso della solitudine che accompagna le persone che desiderano un cambiamento. Un percorso inaspettato e ostracizzato dai più, il tutto per potersi affermare come persone e non come merce di scambio.

Considerazioni

Lo stile di Sarah è quasi poetico, molto adatto ai tempi in cui è ambientato il testo che non vuole essere una biografia, ma la storia romanzata di una donna che è vissuta realmente. Fatti reali si intrecciano a fatti di fantasia anche se non è così facile capire dove si fermano i primi e iniziano gli altri.

Non aspettatevi un romanzo canonico perché restereste delusi. Passato e presente si alternano tra una narrazione al presente e una epistolare. Si percorrono due vie parallele che inevitabilmente trovano connessioni nell'animo delle due protagoniste. Due luoghi e culture differenti, ma con canoni morali molto rigidi e restrittivi.

"Avevo molte colpe: essere donna era la prima, essere straniera la seconda, avere un uomo che mi permettesse di essere libera di esprimermi era la peggiore."

Questo romanzo parla della forza di contrastare la morale imposta dalle convenzioni, della paura della solitudine, del timore di non essere abbastanza per la persona che si ama e per se stesse, del sapersi accettare e comprendere, della disfatta di chi soccombe alle regole.

Crescere, maturare, scegliere con consapevolezza richiede tempo e non importa quante volte si inciampa lungo il cammino della vita, non contano i lividi che ci si fa, serve comprendere prima chi siamo e poi chi vogliamo essere.

Un testo su cui serve soffermarsi a riflettere per comprenderlo al meglio. Forse una lettura non per tutti e di certo non per chi va di fretta. Se avete tempo da dedicargli, invece, vi darà il punto di vista e vi giungerà il grido delle donne che devono lottare per affermare il loro essere individui pensanti, passionali e in grado di decidere per se stesse, senza intromissioni esterne. Perché si può cambiare idea, si può mutare, ma l'importante è poter avere il libero arbitrio e non dover temere i pregiudizi altrui.

Buona lettura!
Monica S.



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