RECENSIONE - "Il cigno nero di Parigi" di Karen Robards
Titolo: Il cigno nero di Parigi
Autrice: Karen Robards
Editore: Newton Compton
Traduttrice: Francesca Berardi
Genere: thriller storico
Data Pubblicazione: 25 febbraio 2021
Prezzo e-book: € 4,99
Prezzo cartaceo: € 11,40
Pagine: 477
Serie: autoconclusivo
Parigi, 1944.
La celebre cantante Genevieve Dumont è una star coinvolta in operazioni di spionaggio. Venerata dai nazisti, la sua posizione di privilegio le permette di passare inosservata come alleata della Resistenza.
Ma quando la madre, con cui ha allentato i rapporti, Lillian de Rocheford, viene catturata dai nazisti, Genevieve è sconvolta. Sa che non passerà molto tempo prima che la Gestapo riesca a estorcere a Lillian informazioni chiave sull’imminente invasione alleata.
Il movimento della Resistenza ha il compito di metterla a tacere ricorrendo a ogni mezzo necessario, compreso l’assassinio. Ma Genevieve non può permettere che la madre diventi un’altra vittima della guerra.
Riunitasi con la sorella, deve trovare il modo di attraversare la Francia occupata senza essere scoperta: una missione estremamente pericolosa, in cui chiunque potrebbe far saltare la sua copertura, e una corsa contro il tempo scandita da rischi continui. Riuscirà a salvare la vita di Lillian?
Karen Robards
È un’autrice bestseller apparsa più volte sulle pagine del «New York Times», di «USA Today» e di «Publishers Weekly». Ha all’attivo diversi romanzi ed è stata vincitrice per sei volte del prestigioso premio Silver Pen. Vive nel Kentucky con il marito.
Buongiorno a tutti, inizio il mese di marzo con la recensione a Il cigno nero di Parigi, di Karen Robards, edito dalla Newton Compton editori che ringrazio per avermi fornito il file ARC.
Mi piacciono i thriller storici e apprezzo molto quando hanno due elementi: veridicità dei fatti e la narrazione al femminile. Non è mai scontata e dà delle visioni dettagliate e più corali. Naturalmente tutto ciò se autore e traduzione hanno la capacità di trasmettere le emozioni attraverso il testo e riescono a dosare bene i dettagli. Quindi ogni lettura è una scommessa.
Quando la cosa peggiore che possa mai capitarti è già accaduta, tutto ciò che viene dopo non ha davvero importanza. La condizione di apatia che ne derivava era quasi piacevole, se non altro perché permetteva di non ripensarci troppo.
Genevieve Dumont è una donna bellissima che possiede un talento che le apre molte porte. La sua voce è come il canto di un usignolo e la fama le permette di muoversi indisturbata in tutto l'emisfero. Una cosa che in tempi di guerra, la storia si svolge durante il 1944 durante la seconda guerra mondiale, è inusuale. Questa libertà è appetibile e, anche se pericolosa, viene sfruttata per aiutare la Resistenza.
Iniziò a tremare. Anche quel minimo movimento le face male, ma non riuscì a fare nulla per fermarlo. Non aveva paura della morte. Aveva paura del dolore, della mutilazione, dell’umiliazione. Quasi quanto aveva invece paura di tradire la propria nazione, rivelando il segreto che Paul le aveva confidato.
Il cigno nero, questo il suo soprannome, è altera e inafferrabile. Questo la rende la preda ambita dagli ufficiali nazisti che, oltre a occupare il territorio, vorrebbero avere i suoi favori. Ambizione, potere e lussuria sono una miscela che, se ben gestite, aprono le bocche degli uomini più tenaci.
La freddezza, che Genevieve mostra al mondo, è reale ed è dovuta a un insieme di esperienze del suo passato che l'hanno resa apatica. Si è creata un muro di indifferenza che le permette di non sentire emozioni, di filtrare ciò che le accade attorno, rendendolo asettico. Vede il dolore, la sofferenza, il pericolo, ma è come se non lo percepisse. Penserete sia una persona vuota, ma è il contrario: è una tutela necessaria per mantenere la sanità mentale.
Erano così tanti, i nazisti. E così tanti vi collaboravano. Le loro spie erano ovunque. Bastava soltanto una parola di troppo, un accenno di sfortuna, la cattura del combattente della Resistenza sbagliato ed era finita. L’aspettativa di vita media di un agente del SOE dietro le linee nemiche era di cinque mesi.
Tutto cambia quando si trova ad assistere a una retata in piena notte. Il pericolo, la morte e l'incapacità di porre rimedio agli abusi squarciano il muro dietro cui si cela. Da quel momento il suo cuore torna a battere, la sua anima a soffrire e i suoi occhi a piangere. Ogni certezza perde le fondamenta su cui si basa e il passato, da cui è fuggita, torna con una brutalità che la scuote.
I legami atavici sono inseparabili e lei stessa dovrà fare i conti con questa verità.
Genevieve rimase con un’unica certezza. Il legame tra madre e figlia non aveva eguali. Era eterno, più forte persino della morte.
Considerazioni
Non è facile dirvi senza dire quindi non aggiungerò altro. Un libro corposo che racchiude drammi mondiale e drammi personali. La lettura è stata cupa, corale, sofferta perché le vicende descritte investono come se fossero vissute in prima persona.
La narrazione è in terza persona al passato, forma ideale per questo genere di libri, il lettore vive gli eventi attraverso la storia di Genevieve, la sua presa di coscienza, le scelte e tutta una risma di emozioni che la sommergeranno.
La ricostruzione storica denota la ricerca attenta che è stata svolta, gli eventi sono ricostruzioni reali mentre i personaggi di fantasia. Adattamenti abbastanza comuni nei romanzi che, ricordiamoci, non sono ricostruzioni storiche.
«La lotta è disperata, e le conseguenze se la perdessimo sarebbero enormi. Se i nazisti dovessero avere la meglio, sarebbe la fine del mondo così come lo conosciamo. Si scatenerebbero delle carneficine di una portata tale da far sembrare innocuo tutto quello che hanno già fatto. Chiunque sopravvivrà preferirà essere morto, te lo assicuro».
I personaggi non sono eroi invincibili che attraversano le fiamme senza un graffio. Sono uomini e, soprattutto, donne che si mettono a rischio per cercare di riportare la giustizia che degli usurpatori hanno annientato.
All'inizio ho detto che apprezzo quando la narrazione è al femminile, in questo libro l'ho trovata a tutto tondo. Ho trovato la fragilità e la forza che molte donne hanno, la capacità di seguire un'ideale senza però rinunciare alle emozioni. Spesso nelle storie di guerra e di azioni si tende a dimenticare il ruolo che hanno ricoperto, ciò che hanno subito in prima persona proprio per il sesso a cui appartengono.
Il dolore si insinuò come una coltellata nel petto di Genevieve, tagliente come una lama.
Karen Robards è riuscita a darmi ciò che cerco in ogni libro: caratterizzazione dei personaggi, ambientazione completa, colpi di scena ed emozioni a tutto tondo. Non faccio fatica a immaginare tutte le vicende di cui ho letto e a trasportarle nel mondo reale sia quelle brutali che quelle più leggere.
La traduzione ha fatto sì che la connessione fosse ancor più vivida. La pelle d'oca, la tensione, il senso di leggerezza sono stati anche i miei.
Mi sono dilungata molto, vi chiedo scusa, ma devo aggiungere che ho gradito la scelta di puntare sulla forza dell'amore come sentimento capace di smuovere ostacoli insormontabili.
Ve lo dico anche se ormai è chiaro. Consiglio la lettura di questo libro che mi ha letteralmente conquistata.
Purezza e brutalità non dovrebbero mai incontrarsi.
Uno svolazzo di seta bianca; una chiazza cremisi sul terreno grigio.
Buona lettura!
Monica S.
Appena letto. Nel suo genere un libro bellissimo secondo me, avvincente, scorrevole, pieno di tensione ed emozioni descritte molto bene unitamente ai luoghi e al contesto storico. La tua una delle poche recensioni che ho trovato in giro. Temo non sia un libro conosciuto, quando a mio modesto avviso merita davvero. Un saluto
RispondiEliminaBuongiorno, grazie per aver condiviso le tue impressioni. Anche per me è stata una lettura molto intensa e concordo sul fatto che è un peccato che non sia arrivato al grande pubblico. Questo è uno dei motivi per cui consiglio i libri che leggo. Un saluto anche a te.
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