RECENSIONE - "Mi querido" di Irene Catocci
Titolo: Mi Querido
Autore: Irene Catocci
Editore: self publishing
Genere: Contemporary romance MM
Data pubblicazione: 19 marzo 2021
Prezzo e-book: € 1,99
Prezzo cartaceo: € 12,48
Pagine: 375
Serie: Spin-off autoconclusivo de Il Dono
Mi chiamo Damiano Caporale e nella vita ho collezionato una serie infinita di ostacoli da superare.
Sia chiaro, la mia vita mi piace: ho un lavoro che amo, degli amici che adoro e un tetto sulla testa.
Non posso lamentarmi.
Ma l’amore? Beh, quello non fa più per me da tempo.
Però, da quando mi sono scontrato con Agua, un tipo tutto pepe che è entrato nella mia vita
all’improvviso, la mia armatura ha iniziato a sgretolarsi. Lui mi tenta, mi lusinga, mi fa perdere letteralmente la testa.
Se solo potessi permettermelo.
Se solo il diavoletto tentatore non avesse vent’anni.
Se solo io non ne avessi un bel po’ di più.
Buongiorno a tutti, finalmente posso parlarvi di Mi querido, di Irene Catocci. Si tratta di uno spin-off della dilogia Il dono, ma può essere letto da solo.
Ne Il dono ho avuto modo di conoscere Damiano Caporale, un uomo solare, allegro, amante delle paillets, delle serate con gli amici e delle avventure. Mi aveva incuriosito molto anche perché aveva raccontato qualcosa del suo passato, che me lo aveva reso caro. Il ragazzo allegro subisce un ulteriore trauma e si trasforma in un uomo devastato, diventando l'ombra di se stesso.
Ho atteso molti anni per leggere la sua storia e finalmente ne ho avuto la possibilità.
Sto sprofondando dentro le sabbie mobili. Provo a uscire, a liberarmi, ma più mi dimeno e più scivolo nella melma. Non mi resta che accettare il mio destino e affogare.
Ritrovo Damiano, ormai uomo, ha quarant'anni, ha lasciato tutto e si è ricostruito una parvenza di vita in Maremma, dove lavora sempre con i cavalli. Sulle spalle gli gravano il peso di tante ingiustizie, scelte sbagliate e del senso di colpa. Del ragazzo allegro non resta nulla o quasi. È malinconico, taciturno e schivo. Solo. Senza una famiglia se non quella che si è scelto, ma che tiene lontana.
La vera famiglia non è quella in cui nasci. Sono le persone che ti rimangono accanto nonostante il dolore a fare la differenza. Questa cosa l’ho scoperta a mie spese tanto tempo fa, ed è sempre attuale.
Agua Chelo Garriga Basile ha vent'anni, è italo cubano, è di una bellezza fuori dal comune, in sé racchiude la magia di Cuba, il calore del sole e la forza del mare. Non si arrende facilmente e alla freddezza di Damiano, contrappone una caparbietà che non ci si aspetterebbe da una persona così giovane.
«Parlami, sono aquí.» Non voglio più andare via. Vederlo perso e triste mi ha fatto capire che è qui che voglio stare. Ascolterò tutto quello che ha da dire.
Luce e ombra, quiete e tempesta, sono opposti che si attraggono e si respingono. Ragione e passione entrano in conflitto come non mai. Senso di inadeguatezza e desiderio di appartenere a un nucleo entrano in competizione. Agua e Damiano iniziano un ballo che li vede avvicinarsi e ritrarsi in base a una melodia che suonano da solisti.
Per sapere cosa succede dovrete leggere il libro.
Conclusioni
La narrazione è in prima persona e si leggono i pov di entrambi i personaggi. La caratterizzazione è ben fatta sia caratterialmente che fisicamente. È molto interessante la parte psicologica che emerge con una forza devastante, soprattutto, quando riguarda Damiano. Ne ha subite di tutti i colori e ogni colpo ha aperto una ferita profonda, che ha sanguinato e continua a farlo anche se ormai è una cicatrice. Il suo conflitto interiore mi ha toccato in particolar modo.
Odio il 10 giugno e vorrei che scomparisse, così che il dolore che sento dentro, come per magia, smettesse di fare così tanto male.
Pur capendo i suoi timori non ho potuto far a meno, in cuor mio, di spronarlo a tornare a vivere. Agua rappresenta la gioia di vivere, l'incoscienza della gioventù, ma racchiude in sé una maturità che affiora nei momenti necessari.
Le scene sessuali passano quasi in secondo piano e non perché non siano sensuali, ma perché giungono come la giusta conclusione di un percorso di seduzione e tentativi di trattenersi.
Vi ho parlato di un passato sofferto. Emerge attraverso flashback o confessioni che lasciano davvero sconcertati. L'autrice non ha indorato la pillola su niente e questo dà un senso di realtà a tutta la storia.
Come avrete capito sono ben soddisfatta da questo libro e gli anni di attesa sono valsi la pena.
Faccio i complimenti a Irene Catocci che in ogni libro affina l'arte del tessere trame e raccontare emozioni.
Ne consiglio la lettura a chi cerca storie complesse e per nulla scontate, a chi ama il genere mm e a chi ha letto il dono.
Buona lettura!
Monica S.
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