RECENSIONE "La morte bianca" di Eugenia Rico
Autore: Eugenia Rico
Casa Editrice: Edizioni Elliot
Uscita: 12 settembre 2019
Pagine: 160
Prezzo ebook: €10,99
Serie: Autoconclusivo
Genere: Romanzo autobiografico
Quando a diciassette anni suo fratello muore, l’autrice deve adattarsi a una realtà completamente nuova. Deve dimostrare a se stessa che si può vivere dopo la morte di una persona molto amata, e nella sua ricerca di senso pervasa da una miracolosa leggerezza scopre che la letteratura è l’unica macchina del tempo davvero funzionante: ed ecco comparire l’opera, La morte bianca, romanzo di autofiction sull’amore e sulla morte che nel 2002 ha consacrato Eugenia Rico come una delle maggiori scrittrici in Spagna, assicurandole il premio Azorin e il plauso de «El País», che lo ha inserito tra i migliori libri dell’anno, e che arriva oggi per la prima volta in Italia.
Nata a Oviedo, in Spagna, è laureata in legge. La morte bianca, una delle sue opere di maggiore successo di pubblico e critica, è uscito in Spagna nel 2002 ed è stato tradotto in diverse lingue. Dell’autrice, ricordiamo anche il saggio En el país de las vacas sin ojos (Premio Espiritualidad 2005), El otoño alemán (Premio Ateneo de Sevilla 2006), Aunque seamos malditas. Ha ricevuto il riconoscimento Beca Valle-Inclán dall’Accademia reale di Spagna a Roma ed è stata la prima scrittrice spagnola ad aggiudicarsi l’International Writing Program presso l’università dell’Iowa, al quale hanno preso parte scrittori come Raymond Carver e Flannery O’Connor. Vive e lavora a Venezia. Dell’autrice, Elliot ha già pubblicato i romanzi Gli amanti (2017) e Il sentiero del diavolo (2018).
Buongiorno lettori, le vacanze sono finite e la prima lettura di settembre per il blog per me è stata: “La morte bianca” di Eugenia Rico, pubblicata da Elliot Edizioni.
Già dal titolo si intuisce che questa storia ruota intorno alla morte. Voglio iniziare subito a parlarvi del romanzo citando proprio la prima fase, per permettervi di entrare immediatamente nella testa della protagonista: Se mio fratello non fosse morto io non sarei chi sono, né scriverei quel che scrivo.
In questa frase, l’autrice ha espresso perfettamente l’anima della vicenda. La protagonista, dopo la perdita improvvisa del fratello, ci racconta il suo percorso emozionale che è durato anni e ci mostra come è continuata la sua vita senza di lui. Subito subisce quasi passivamente la morte di Germàn, invece negli anni elabora il lutto e cerca di accettarlo con più consapevolezza, nella ricerca di se stessa e provando ad adattarsi e di costruirsi una vita che non avrebbe mai immaginato di vivere senza suo fratello.
Il legame che avevano era qualcosa di speciale e unico, mi ha ricordato molto l’amore simbiotico che si instaura fra i fratelli gemelli. Germàn ha un anno meno di lei e per quanto siano diversi fisicamente e lei si comporti da sorella maggiore, oltre ad aver sviluppato entrambi un’identità personale, hanno anche una forte identità di coppia.
Quando eravamo adolescenti ero orgogliosa di camminargli a fianco. Sempre per mano. O cingendoci i fianchi. Tanto diversi fisicamente che nessuno ci prendeva per fratelli. Ero orgogliosa che pensassero che era il mio fidanzato.
Il romanzo è sviluppato senza capitoli, ma la vita del fratello è proprio paragonata a un libro di cui Germàn ha vissuto solo un capitolo della sua vita.
Ma lui morì a sedici anni e lasciò tutte le pagine in bianco e tutti i capitoli da scrivere, perché non si può accendere un falò in cielo, né pensare al futuro di un uomo morto.
Ho apprezzato molto la costruzione di questa storia. Il romanzo è curato, l’autrice essendo spagnola ha ambientato il suo libro in Spagna, ma troviamo anche l’Italia, perché la protagonista farà un viaggio all’Isola d’Elba.
È un libro intimista, scritto in prima persona con uno stile asciutto, coinvolgente che non vuole impietosire ma farci riflettere. L’autrice ci parlare della morte. La morte che spaventa, disturba, sconvolge. Ci sono momenti, soprattutto quando si è giovani, che si sente immortali, si pensa di vivere in eterno e di avere tutto il tempo necessario per fare quello che si vuole, ma in realtà non è così ed è il messaggio che l’autrice mi ha trasmesso con questa lettura.
Certi temi sono scomodi da affrontare e invece bisognerebbe parlarne, perché vivere e morire fa parte della nostra esistenza. Se si ignora la morte, si ignora la vita. Non siamo eterni e con questo romanzo, che consiglio a tutti, si possono trovare molti spunti su cui riflettere per vivere al meglio le nostre vite.
Buona lettura!
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