RECENSIONE - "Dimmi che resterai" di Deborah Fedele

Titolo : Dimmi che resterai
Autrice: Deborah Fedele
Editore: Butterfly Edizioni
Genere: Romance
Formato: ebook / cartaceo
Prezzo: 3,99 €/ 15,00 €/ KU
Data pubblicazione: 20 Luglio 2017
Protagonisti: Ester Reeds, Andrew Winston
Pagine: 272
Fan page

Andrew Winston ha vissuto per anni di stenti, senza una famiglia, senza un soldo, non ha più nulla da perdere. È l’animo tormentato di un dannato alla ricerca di riscatto, un guerriero letale che brama fortuna nel ring come lottatore di Muay Thai. Con un passato difficile che l’ha segnato per sempre e un presente in cui non si può fidare di nessuno. Diffidente, silenzioso, schivo e abituato a lottare per tutto, è solito cacciarsi nei guai perché cerca giustizia a modo suo. L’incontro fortuito con Ester Reeds, che lo mette in salvo da un’aggressione, sarà fatale per entrambi. Lei arriva come un uragano e stravolge ogni sua certezza. Dietro ai suoi occhi dolci e innocenti, però, si nasconde una ragazza determinata a scrivere un articolo su di lui, una giornalista che fiuta il successo di una storia e che è pronta a vendere la sua vita. Ma restare insensibili di fronte al tenebroso Andrew, che è anche bellissimo e premuroso, diventa ogni giorno più difficile… e i due dovranno combattere il loro match più importante, sperando che non sia il cuore a uscirne sconfitto.

Bentrovati, cari lettori. 
Vi propongo la recensione di una lettura personale: "Dimmi che resterai" di Deborah Fedele, pubblicato da Butterfly Edizioni. Qualche tempo fa vi dissi che, di solito, prima di scegliere di acquistare un libro ci penso bene: autore, titolo, trama, cover….guardo tutto e penso se potrà piacermi o meno. Insomma vado a colpo sicuro. Poche volte è amore a prima vista, ma appena ho notato la cover di questo libro ho sentito che faceva per me, il titolo dolce e con una nota di supplica  che contrastava con questa copertina scura, con un ragazzo illuminato alle spalle. Bella, molto bella, mi sono detta. Poi la parola chiave della trama che mi ha colpito è stata "Muay Thai". Da amante delle arti marziali mi sono detta: ecco un libro diverso, devo leggerlo! E così ho fatto.

La protagonista di questa storia è Ester Reeds, una giovane donna indipendente, sfuggita dal freddo e arido lusso familiare, che vive in un appartamento a Londra. Si è ribellata alle imposizioni della famiglia per vivere del suo sogno, il giornalismo. Purtroppo ha presto fatto i conti con la realtà e ha scoperto che farsi un nome nel settore non è così facile. Ester per mantenersi cerca ogni lavoretto possibile, mentre scrive per qualche giornale articoli di poco conto e ha un contratto vincolante con un giornale scandalistico che sta fallendo. Per uno dei suoi lavori saltuari viene ingaggiata come ragazza cartellone per degli incontri di Muay Thai e qui incontra Andrew per la prima volta.

“Ero più interessata al ragazzo dal pantaloncino bianco, oro e macchiato di sangue, che adesso si allontanava solo e rapidamente. Ebbi un fremito. Cosa non avrei dato per intervistarlo?”

Ester rimane colpita da quel ragazzo e contemporaneamente il suo intuito da giornalista le fa trillare un campanello in testa. In quell’incontro, sostenuto dal ragazzo con il pantaloncino bianco e oro, c’è qualcosa che non va. Decisa a scoprirne di più , aspetta Andrew per intervistarlo, ma viene aggredito e lei, dopo attimi di incertezza iniziale, lo soccorre.
Andrew è un uomo taciturno, forte, bello. Sembra essere sempre calmo e distaccato ma Ester nota subito che c’è altro in fondo ai suoi occhi neri. Ester e Andrew si trovano a condividere la vita senza rendersene conto, e si fanno strada l’uno sotto la pelle dell’altro. Ester però vuole andare avanti con il suo progetto di scoprire tutto su quell’incontro e cosa possa esserci dietro.
Come potrà portare avanti i suoi scopi mentre i rari e genuini sorrisi di Andrew cominciano a scioglierle il cuore?

“Sorrise. Un’espressione appena accennata che gli sollevò le guance mentre scuoteva il capo, e io mi sentii sollevata, perché non riuscivo a reggere il peso di quei due occhi infelici senza sentirmi brutalmente in colpa, come se avessi in qualche modo responsabilità per quello che gli era successo, perché in fondo la sua sfortuna era la mia gioia.”

Mi è veramente piaciuto questo libro, tanto. I personaggi sono talmente ben delineati a livello psicologico che non immedesimarsi è impossibile. Ester è indipendente, forte, ma non sa amare, ha sempre pensato solo a se stessa e negli anni è scesa a compromessi, ha dovuto abbandonare gli scrupoli per cercare di arrivare al suo sogno di scrivere per un giornale importante. Si è sempre bastata, non aveva bisogno di qualcun altro per sentirsi completa e appagata, tanto meno di un uomo. 

“Mi piacevo. Mi piaceva la mia aria sicura, lo sguardo espressivo, mi piaceva il tipo di donna che ero diventata: indipendente, determinata. Libera da padroni, da pregiudizi, da preconcetti. E non mi importava niente se, per tirare avanti, dovevo scendere a compromessi con la vita: per il momento pur di non dichiararmi arresa, toccava a me scegliere fino a che punto mi sarei potuta spingere. Prima o poi le cose sarebbero andate meglio. Dovevano andare meglio. La storia giusta sarebbe arrivata e avrei spiccato il volo, professionalmente parlando. Bisognava solo avere fede. E tenacia.”


Andrew è un lottatore, la sua passione per il Muay Thai si percepisce bene, come si capisce che per lui è un bisogno, non è semplicemente uno sport, è uno stile di vita è una necessità. Il suo passato l’ha reso la persona che è oggi, da un ragazzo con una vita familiare disastrosa, dopo tutte le difficoltà affrontate, è diventato un uomo che ha bisogno di sfogarsi e di combattere, ma che ha mantenuto la sua anima pura. Sotto quell’armatura da guerriero c’è un cuore buono e genuino, insicuro e con un disperato bisogno di essere compreso e amato. Ester invidia la purezza di Andrew e allo stesso tempo se ne nutre, pur essendone in qualche modo spaventata. Nonostante le loro diversità, entrambi hanno bisogno l’uno dell’altro.
Però c’è un serpente che striscia tra le pagine della loro storia, la menzogna. Leggendo avevo sempre la sensazione che la bomba sarebbe scoppiata da un momento all’altro.
Assistiamo alla continua lotta interiore di Ester e di Andrew, hanno paura di avvicinarsi per motivi differenti, eppure simili. Ma il loro è un legame fragile, nuovo, incerto. Riuscirà a resistere al maremoto che li aspetta?
Ammetto di aver riletto alcune pagine più volte, non perché non riuscissi a capire, ma perché avevo gli occhi talmente lucidi che vedevo tutto sfocato. Mi sono commossa leggendo perché l’autrice è stata in grado di esprimere i sentimenti con forte intensità. Le emozioni sono viscerali, profonde e nonostante il libro sia narrato in prima persona dal punto di vista di Ester, riusciamo a capire perfettamente Andrew. La scrittura è avvolgente, corretta, fluida, riesce a descrivere le emozioni dando immagini così rappresentative che provarle sulla nostra pelle e nei nostri cuori è inevitabile. Non c’è nessuno sforzo da parte del lettore per capire o entrare nella testa del personaggio: noi siamo quel personaggio. Lo sport non è descritto tecnicamente, non ci sono parole del gergo o descrizioni dettagliate degli incontri, perché non è lo sport in sé la parte importante della storia. È quello che rappresenta per Andrew, un catalizzatore, un mezzo di purificazione, una speranza.

“[…] vidi baluginare nei suoi occhi e sul suo viso tutta la temperanza, la solennità e la dignità di un guerriero e compresi in quell’istante che no, non doveva essersi pentito. Era andato in guerra per combattere e così era stato. E in guerra ci sono sempre vincitori, vinti, e i confini sono labili. Un guerriero. Così da quel, momento, immaginai quando pensavo a lui in guantoni sul ring. Non un semplice atleta, un guerriero. E mi immaginavo anche questa energia rossa, quella di cui mi aveva parlato, circondarlo come un’aura e regalargli la serenità e allo stesso tempo la tenacia e la forza.”

Non nego di essermi sentita combattuta nei confronti di Ester, da un lato la capivo, dall’altro avrei voluto scuoterla e costringerla a essere sincera. Ma il suo personaggio, così tormentato e complesso mi ha comunque catturata. Andrew risulta spesso disarmante, così cupo e pieno di oscurità, eppure luminoso.
I protagonisti evolvono, si confrontano, prendono l’uno dall’altro per diventare qualcosa di nuovo. Una trama originale che coinvolge e ci sprona ad andare avanti tenendoci con il fiato sospeso. 
Un libro che lascia il segno per la sua profondità, la poesia e la forza delle emozioni che sprigiona. Lo consiglio a tutti!
Voto? Se non si era intuito è un 5/5 ! 
Buona lettura!


Commenti

Post popolari in questo blog

REVIEW TOUR - RECENSIONE "Jaded" di Robin C.

RECENSIONE "Deviant" di Ellie B. Luin

RECENSIONE - Il narratore di storie, di Rita Nardi