PRESENTAZIONE - "Alice a testa in giù" di Cristina Origone

Titolo: Alice a testa in giù
Autore: Cristina Origone
Editore: Self publishing
Genere: Narrativa contemporanea
Formato: ebook/cartaceo
Prezzo: 1,19 €/5,90 €
Data di pubblicazione: 28 marzo 2019




Un libro, due storie: Alice, 25 anni, slang, sesso e cocaina. Amici sballati e famiglie disgregate. Mia, 16 anni, introversa, emarginata e senza amici. Non si conoscono, una pistola compare in entrambe le storie e unisce la vita delle due ragazze.

Alice vuole allontanarsi dal suo quartiere, periferia di Genova, dove criminalità e illegalità sono all'ordine del giorno, mentre Mia, proveniente da un piccolo borgo della Brianza, a causa di una violenza rimane incinta e vuole fuggire da una situazione di oppressione. Alice simboleggia una situazione giovanile alquanto realistica, dove si lotta per una vita migliore, e ha dei comportamenti a volte adolescenziali, mentre Mia è un'adolescente che desidera essere adulta, autonoma e responsabile. Soltanto all'inizio sembra essere l'esatto contrario di Alice, invece, si scoprirà che entrambe le ragazze hanno tratti in comune, dati non solo da una pistola, ma anche da una situazione di sofferenza da cui vogliono fuggire.

Il romanzo è stato pubblicato nel 2016 da Delos Digital.

Cristina Origone è nata a Genova, dove vive e lavora insieme al marito. Scrittrice versatile, si è cimentata in vari generi, passando dal saggio semiserio “Come portarsi a letto una donna” in 10 mosse al thriller “Avrò i tuoi occhi” con Fratelli Frilli Editori. Suoi racconti sono presenti in diverse antologie, e nel 2010 ha vinto la XXI edizione del premio Writers Magazine Italia.
Nel 2016 ha esordito nel self publishing con “Tutto brucia tranne te”, tradotto in spagnolo e in francese da Babelcube, ha pubblicato il thriller “Vite da difendere” e per Delos Digital “Alice a testa in giù”. Per la collana Youfeel Rizzoli ha pubblicato il romanzo “Chocolate Olivia“ e “Due fratelli per Giulia”. Nel 2017 ha partecipato al concorso “Fai viaggiare la tua storia” (organizzato da Libromania con il sostegno di Autogrill, la collaborazione di DeA Planeta Libri e Newton Compton Editori) e il romanzo "L'amore che non sei" è stato scelto per la pubblicazione.

Alice

Bea non piace a nessuno. È troppo marcia. Non l’avevo mai vista così, non è sempre uguale come dice mia sorella: è peggiorata. Io ho smesso di sniffare. Cioè, a Londra subito ci ho dato dentro, avevo il naso sempre intasato, ma a Londra era un’altra storia. Qui a Genova mi succedeva solo ogni tanto di tirare coca, adesso non tiro più. Invece Bea è sempre su di giri. 
Infatti sta dicendo a Giorgia se ha del Valium, o qualcosa che la tranquillizzi. Giorgia risponde che non può sempre fregare i tranquillanti a sua madre, di chiedere a Fede. 
So che Fede, siccome va dall’analista per le crisi di panico, ne ha sempre in casa. Però mi ricordo che non sganciava facilmente, aveva paura di rimanere senza, e poi non sapeva come giustificare al dottore di averne prese di più delle dosi prescritte. 
Arriva mia sorella, che ha sentito la parte finale del discorso e le dice di fumarsi un po’ di eroina. Lallo dice che, rispetto alla coca, rende più tranquilli, aggiunge.
Che cazzo dici, Sonia? Faccio io.
Non è come farsela in vena, fa lei. Dice Lallo che dà meno dipendenza.
E tu dì a Lallo che spara cazzate, le rispondo. Per una volta è bello essere dalla parte giusta.

Mia 

La sua mano mi tappa la bocca, lui annaspa e ansima come una bestia mentre mi strappa le mutandine. Incomincio a lottare, in preda al panico, come quando finisci sott’acqua e se provi a prendere fiato inghiotti solo acqua. 
È questo che avrei dovuto raccontare a mia madre, invece dalla mia bocca è uscito solo: «Sono incinta… forse.» Occhi bassi.
Al forse è partito lo schiaffo. «E chi ti ha messo incinta, Mia? Il tuo ragazzo?» Questo ha chiesto subito dopo.
Lei sa che non ho mai avuto un ragazzo. Non sono bella, non sono sexy, non sono attraente, non sono intelligente, devo continuare? Questo vorrei rispondere, invece mi esce: «Io non sono.» Occhi fissi sulle sue mani. 
«Non sei cosa?» fa lei in preda al panico. «Fidanzata?» aggiunge sbattendo la mano sul tavolo. «E poi cosa vuol dire forse? O lo sei o non lo sei.» Si rigira l’anello al dito.
Sarà quello che mi ha graffiato la guancia. Sta dicendo che mi esce del sangue. Prende un fazzoletto dalla tasca e si avvicina. Siamo in cucina, una di fronte all’altra. Mi afferra il mento e mi alza la testa. Mi tampona il graffio. Sono costretta a guardarla in faccia, evito lo stesso i suoi occhi. 
Quello che segue è un silenzio interminabile. 

Buona lettura!



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