RECENSIONE - "L'erede ribelle" di Cristiano Pedrini
Titolo: L’EREDE RIBELLE
Autore: Cristiano Pedrini
Editore: Youcanprint
Genere: Narrativa
Genere: Narrativa
Pagine : 119
Formato cartaceo: € 9,50
Data pubblicazione: 23 novembre 2017
Pagina autore
Philip lavora nella biblioteca della piccola cittadina canadese di Whistler, dove il Natale è alle porte e la neve rende tutto più magico e speciale. Jacopo è un ragazzo ribelle che sfida le autorità e proprio per questo è costretto a svolgere un lavoro socialmente utile per via di un piccolo reato. Due ragazzi così diversi ma così simili, dopo una lunga diffidenza iniziale, inizieranno a riempire l'uno i vuoti interiori dell'altro, e se Philip da una parte desidera redimere il giovane, Jacopo imparerà ad accettare come aprire il suo cuore all'amicizia e la sua mente alle sue stesse capacità. Una favola di Natale dal dolce sapore delle cose preziose, delle seconde possibilità e dell'amore che aiuta a renderci chi siamo. Un racconto che terrà compagnia al lettore nel periodo più magico dell'anno.
Buongiorno, cari lettori!
Il Natale si avvicina e quale occasione migliore per parlarvi di un nuovo libro? Ho letto per voi L’erede ribelle e ne sono rimasta abbastanza soddisfatta.
Il protagonista è Philip, un giovane bibliotecario molto ligio al suo dovere, che per accontentare l’ennesima richiesta del suo capo si ritrova a fare da tutor a un ragazzo problematico, Jacopo. Prima di incontrarlo, Philip conosce suo nonno, che lo avverte circa il caratterino pepato e i guai familiari del nipote. L’insolito incontro tra i due giovani, però, avverrà in modo tutt’altro che sereno e professionale. Iniziano così a conoscersi, a stuzzicarsi, fino a quando uno scopo comune non creerà tra loro la giusta sintonia. Non aggiungo altro, perché sarebbe davvero un peccato sciupare così un finale dolcissimo.
È una storia delicata, questa di Cristiano Pedrini, del quale non avevo ancora letto nulla, ma che ha saputo coinvolgermi dal principio alla fine. La novella è breve e si legge in un soffio, senza problemi.
I personaggi sono inquadrati sin da subito. Philip è un ragazzo volenteroso e gentile, che resta spiazzato dalle sensazioni che Jacopo suscita in lui. Comprende in modo istintivo cosa li unisca, ma è abbastanza maturo da lasciare che il ragazzo giunga da solo alle sue conclusioni. In effetti, però, Philip è un tantino incoerente, perché ha 25 anni ma si comporta come se ne avesse il doppio: lo si avverte anche dal modo in cui si riferisce ai suoi coetanei, da quella sua rigidezza e dalle maniere, a volte paterne, con le quali si rapporta a Jacopo, che in fondo ha solo pochi anni meno di lui.
Questi, al contrario, appare molto più maturo dei suoi venti. Provoca Philip, ma mai con cattiveria e, grazie a lui, troverà nella biblioteca ciò che non si aspetta, cioè un momento di crescita e di apertura.
Peccato per le tantissime sviste che, in un racconto tanto breve, si notano. Restano, però, solo sciocchezze, soprattutto se paragonate allo stile descrittivo dell’autore, che è semplice ed elegante, curato ma mai tedioso. Avrei gradito qualche virgola in più, per assaporare con maggiore lentezza le sue intelligenti, delicate riflessioni, ma lo sottolineo solo perché il testo merita molto, tant’è che spero di poter leggere altre storie di questo bravo autore.
Per l’intera durata della lettura si respira la calda atmosfera delle feste, così come il desiderio di guardare con fiducia dentro se stessi, per potersi poi aprire all’amore che ci circonda. Gli stessi protagonisti sono accompagnati da due figure più sagge e mature, quella di Laverne e del nonno Lionel, che sanno ascoltare e mai giudicare e fungono da perfetti, nonché simpatici, comprimari.
Se siete in cerca, quindi, di una storia breve, dolce e dal gusto natalizio, questa fa al caso vostro!
Buona lettura e alla prossima!
Emma
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