RECENSIONE "I giorni dell'amore offeso" di Francesca Matranga

Titolo: I giorni dell’amore offeso
Autore: Francesca Matranga
Editore: Self publishing
Genere: Contemporaneo
Pagine: 272
Prezzo ebook: 2,99 €
Prezzo cartaceo: 13,52 €
Data pubblicazione: 23/10/2018



Viviana è una giovane donna. Una come tante altre a Palermo. Il suo nome viene, prima dalla madre e poi da tutti gli altri, vezzeggiato in Vivi. Vivi è più di un nome, è un monito costante a ‘vivere appieno sempre’! Lei conosce il mare, il sole e i colori della sua città ma sa anche che viverci alla fine degli anni novanta è una vera impresa. La prima lotta che impara una giovane diciottenne, è quella contro la paura. Una paura che si trasmette di generazione in generazione. Lo scopo della famiglia a Palermo è proteggere i propri figli ad ogni costo. Per questo i genitori li avvolgono in una rete, trasparente e robustissima: da lì i figli possono vedere il mondo, senza riuscire ad avvicinarlo. Così sembra essere anche per Viviana che invece, sfidando le convenzioni, lotta contro questo status sociale e familiare e cerca in tutti i modi la sua strada. Di un’amabilità disarmante grazie anche alla sua spontaneità, colpisce dritto il cuore della gente. Studia architettura, è una fotografa appassionata e adora il buon cibo. Viviana sente forte l’appartenenza alla famiglia e infatti custodisce, in cuor suo, le
storie e i racconti di chi non c’è più. Perché lei, nella sua giovane vita, ha già conosciuto la morte. Per questo non ha paura! Sa con certezza che vuole vivere, non sopravvivere. Si sente artefice del suo destino. Ma presto scoprirà che non tutto dipende da lei. Soprattutto quando il fato le mette sulla strada il giovane e avvenente Carlo. Lui è totalmente diverso da lei: appartenente ad una famiglia della Palermo alto borghese, ricca, potente, ambiziosa. Carlo è un giovane rampollo che sa che può avere tutte le donne ai suoi piedi e per il quale la parola responsabilità non ha significato. E a causa di questa sua superficialità si troverà coinvolto in un losco affare di riciclaggio di denaro sporco per conto di una loggia massonica coperta, asservita alla criminalità mafiosa. Queste sue scelte avventate porteranno Viviana a subire ancora umiliazioni, ben oltre il tradimento. Ma Viviana non è sola. Dentro di sé cova un pensiero che l’assilla. Lei lo chiama il pensiero malvagio. Lui l’accompagnerà con i suoi dubbi per tutto il viaggio della sua esistenza. I ‘se’ e i ‘se fosse’ la tormentano inesorabilmente: “E se questa scelta fosse sbagliata? Se Carlo fosse l'inferno? O magari il contrario, se invece fosse ‘il vero amore’? Ma perché accettare gli eventi senza opporsi? E se la rassegnazione rappresentasse l'unica possibilità per andare avanti? Che importa di quello che  pensano i parenti, i vicini, il portiere e il postino? E se invece la gente dicesse la verità? Chi è il vero autore della propria vita?” Forse Viviana scoprirà che a Palermo c’è speranza per chi non vuole adeguarsi alle regole imposte da altri, e magari, un giorno, vedrà l'apparenza fare i conti con la verità! Forse la vita concederà a Viviana la possibilità di andare oltre, di riemergere dal mare tempestoso della vita e di perdonarsi. Alla fine riuscirà Viviana a scoprire se, oltre i giorni dell'amore offeso, tutto è veramente perduto?


Francesca Matranga (Palermo 1972). Ingegnere e mamma, per scelta vive da sempre nella sua città natale. La scrittura è arrivata come una sorpresa creativa nella routine lavorativa fatta di concretezza e razionalità. Appassionata del modo di vivere palermitano, semplice e diretto, attraverso le descrizioni dei luoghi e i suoi personaggi, regala al lettore un’immagine magica di Palermo. Oggi all’ esordio con il suo primo libro ‘I giorni dell’amore offeso’.

Cari lettori, eccomi di nuovo da voi per parlarvi di un self contemporaneo “I giorni dell’amore offeso” di Francesca Matranga. Siamo a Palermo alla fine degli anni Novanta. Viviana, la protagonista, è una ragazza piena di vita, come suggerisce il suo nome. È coraggiosa e vuole farsi valere, non ha paura di portare aventi la sua vita e le sue idee. Quando incontra un uomo che le fa girare la testa, le sembra tutto perfetto. Solo il suo “pensiero malvagio” la butta giù mettendo sempre tutto in discussione, dal suo aspetto fisico, alla sua inadeguatezza accanto a un uomo di una classe sociale più elevata, alla paura di farsi valere. In una realtà difficile, Vivi può comunque contare sempre sulla sua famiglia che la sostiene e la protegge. Tra alti e bassi Vivi cerca di mettere l’amore al primo posto, ma capirà che l’amore ha diverse forme, soprattutto un amore offeso non può facilmente risanarsi. 
Questo libro ci parla della storia di Vivi in una Palermo molto ben descritta sia dal punto di vista culturale che fisico. Sono presenti infatti citazioni di luoghi ben precisi, modi di dire tipici e dialettali, la mentalità della gente.

“Per chi nasce a Palermo, come per tutti nella grande isola, due termini ritornano sempre, legati intimamente tra loro: ‘vergogna’ e ‘onore’. Di generazione in generazione oltre al Padre Nostro e all’Ave Maria, preghiere da imparare obbligatoriamente a memoria per i buoni cristiani, viene insegnato il valore di quelle due parole perché questo deve restare inciso per sempre, come un segno indelebile  nella carne. E’ come un marchio a fuoco che non sbiadisce mai, nemmeno nel fondo di una bara, perché anche là, il morto, deve essere composto, vestito con l’abito della circostanza e magari anche inanellato, perché tutti ne possano riconoscere l’onorabilità.”

La storia di Vivi è un inno alla libertà, all’amore vero e all’onestà in generale e con se stessi. È anche una storia di coraggio perché non si può sempre tenere gli occhi chiusi per paura di vedere. Il pensiero malvagio che Vivi sente sempre nella sua testa nei momenti fatidici, credo che lo abbiamo tutti. Talvolta è la paura, talvolta è la coscienza, ma è sempre utile per metterci in discussione, vagliare altri punti di vista e fare infine la scelta giusta. 

“Talvolta si faceva vivo quello che diventava come un tarlo nella mente; lei lo aveva definito il pensiero malvagio. Questo non era odioso perché era volutamente cattivo, ma proprio perché portava intrinsecamente in sé una sorta di ineluttabile sofferenza.Non si sapeva mai se conduceva alla verità, se era dettato dal flusso di coscienza che cercava di salvare Viviana davanti ad una profonda e buia voragine, oppure se invece era spinto dall’ insicurezza e dalla paura di sbagliare.”

Mi è piaciuto questo libro molto diretto e ben scritto. La narrazione in terza persona è fluida e caratteristica.
Avrei voluto un po’ meno insistenza sulle problematiche che si fa Vivi riguardo il suo aspetto, che in alcuni passaggi ho trovato troppo accentuato. Inoltre mi sarebbe piaciuto un maggior approfondimento sull’ultima parte del libro.
Tuttavia si è rivelata una lettura davvero piacevole e che mi ha sorpreso e la valuto con 4/5. Lo consiglio a tutti.
Buona lettura!

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