RECENSIONE "Zwillinge - Simbiosi" di Elle Razzamaglia

Titolo: Zwillinge-Simbiosi
Autrice: Elle Razzamaglia
Editore: Amazon
Genere: Romance
Formato: ebook / cartaceo
Prezzo: 2.99 €/ 13,52 €
Data pubblicazione: 24/10/2017
Pagine: 260
Serie: Zwillinge #1
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Tre sorelle:
Stefania, la superba, capricciosa e vuota, che è sempre stata la cocca di mamma e alla quale non è mai stato negato nulla. La fortuna continua a essere dalla sua parte, persino quando incontra e sposa Giacomo, un uomo con una posizione invidiabile e che la ama perdutamente.
Ilenia, l’acquiescente, dolce e rassegnata, che riesce a vedere del buono in chiunque e che è abituata ad accontentarsi, senza chiedere mai nulla. Con lei la vita non è stata magnanima e infatti Maurizio, subito dopo il matrimonio, incomincia a tradirla.
Genesia, la caparbia, che si ritrova a dover badare alle sorelle, essendo la più grande, per la morte improvvisa dei loro genitori e che si ritrova sola, non appena le sue sorelle, una dopo l’altra, si trasferiscono in Germania. È l’unica a non aver trovato l’amore o forse, più semplicemente, non lo ha mai cercato.
Almeno fino al giorno in cui, costretta a raggiungere le sorelle, non incontra gli ‘Zwillinge’ Fischer.
Flavio e Fulvio sono due gocce d’acqua all’apparenza, ma l’uno l’opposto dell’altro nella sostanza.
Chi avrà la meglio con la cocciuta Genesia?
Flavio, Fulvio o la loro madre Rita, che prova un rancore smisurato e ingiustificato per Genesia?
Primo romanzo di una duologia

Non amo molto parlare di me. Ma è risaputo che sono sposata e mamma di tre maschi.
Ho vissuto in varie nazioni e parlo tre lingue.
Non sopporto la supponenza e l’arroganza.
Amo leggere e trovo i panni della lettrice molto più comodi di quelli dell’autrice.


Bentrovati, cari lettori!
La recensione di oggi riguarda un libro dal titolo particolare e prima parte di una duologia.

Come ben spiega la trama, la protagonista, Genesia, si ritrova presto a doversi prendere cura delle sorelle, almeno fino a quando le due non si sposano, allontanandosi sia da lei sia dal loro paesino natio. Rimasta sola, Genesia va avanti per la sua strada, ma un malinteso si trasforma in un gossip senza freni che la mette in seria difficoltà. Costretta ad allontanarsi, raggiunge le sorelle e decide di restare in Germania, trovare lavoro e rendersi indipendente.
La conoscenza dei gemelli Fisher, della loro odiosa madre Rita e di altre persone la proietterà in una nuova realtà, meno ovattata rispetto a quella del paesino da cui proviene e certamente più complicata, anche a livello affettivo. Adattarsi è dura ma, alla fine, Genesia farà sempre ciò che l’stinto le suggerisce, sulla strada che secondo lei la porterà verso la felicità.
Il romanzo sembra idealmente diviso in due parti. La prima è dedicata al background familiare ed è infatti incentrata sulle differenti personalità delle tre sorelle. Stefania è prepotente e vanitosa, Ilenia dolce e accondiscendente, Genesia testarda e pratica. La descrizione della loro difficile situazione familiare è pregna di realismo, accentuato dalla narrazione in prima persona, e di particolari veritieri che riecheggiano in tanti racconti sulla vita nei paesini di provincia, specie quella del sud Italia: ambienti e situazioni fortemente influenzati dalle chiacchiere, dai rapporti tra conoscenti, dalla poca apertura mentale. Genesia si trasforma in una donna che tira a campare, ma non è felice e sa che, finché resterà in quel paese, non troverà mai la realizzazione personale.
La sua forza sta, dunque, dapprima nell’accettare le responsabilità che la vita le ha dato; in seguito, nel sovvertire un evento negativo, trasformando la sua fuga dal paese in una rinascita. Il suo carattere fiero e testardo è proprio quello tipico di una donna del sud, capace di infiammarsi per niente (accade spesso, in tutto il romanzo, che lei urli per sciocchezze, che fraintenda, che abbia reazioni esagerate, come quella che la costringe ad andare in Germania) ma, altrettanto rapidamente, di pentirsi e di tentare di porre rimedio alla propria irruenza.
C’è, però, in lei un che di antiquato: la provenienza, l’educazione, il nome stesso, persino il modo in cui vive. È strano come sappia usare uno smartphone, ma non abbia mai neanche sentito parlare di una macchina per il caffè all’americana. Il modo stesso in cui si esprime, a volte, fa pensare che non sia tanto giovane e c’è, in questo, come un anacronismo di fondo nella storia. Tuttavia, Genesia fa tenerezza per gli stessi motivi. Ogni cosa nuova che vede stuzzica la sua fantasia e suscita il suo sorriso. Ha voglia di mettersi alla prova ed è proprio quando decide di restare in Germania che ha inizio la seconda parte del romanzo.
Arrivata a questo punto della lettura, avevo notato che la storia aveva appena iniziato ad ingranare, che non c’era ancora traccia né di rosa né di erotico e ho temuto che la seconda metà fosse un guazzabuglio di situazioni. Poiché è una duologia, ho sperato fino alla fine di sbagliare, invece… Avevo ragione. Inizia una girandola di situazioni che rende Genesia sempre più debole, fino a farle perdere quel realismo iniziale che l’aveva contraddistinta. A dire il vero, quando le capita qualcosa di profondamente spiacevole, reagisce da isterica, non pensa neppure di andare dalla polizia e, contrariamente ai suoi propositi iniziali, non fa che affidarsi a un uomo, lasciandogli la patata bollente, senza nemmeno chiedersi mai come lui abbia risolto il problema. Diventa un personaggio ancora più spigoloso, si lancia nelle situazioni senza pensare e sembra che non abbia mai la forza di affermare le proprie opinioni. Mente, non affronta i problemi e, così facendo, diventa facile vittima delle manipolazioni altrui.
Quanto agli altri personaggi, sono ugualmente ben tratteggiati. Le sorelle sono tanto diverse quanto psicologicamente sostenute e complesse; i due fratelli gemelli Fisher sono stimolanti, intriganti e qualche indizio fa presagire un futuro sviluppo sorprendente; l’antagonista Rita è una vera Crudelia. Peccato che tutti gli uomini che Genesia incontra abbiano la curiosa caratteristica di arrabbiarsi per niente e metterla nei guai. Un limite narrativo poco convincente, che sembra sottolineare l’idea implicita che tutti gli uomini siano uguali.
Sul finale, troppe vicende sono accadute, niente è mai risolto e il fatto che lei non voglia mai affrontare un dialogo serio con nessuno diventa sia irritante che illogico. Il libro finisce talmente bruscamente che, più che di un finale aperto o di cliffhanger, io parlerei proprio di non finale. La narrazione è spezzata e basta, perciò tutte le risposte vengono rimandate al libro successivo.
Nonostante ciò, ritengo che sia un libro piacevole, tanto che si legge con grande facilità e il cui merito maggiore sta nel riprodurre uno spaccato di vita sociale (e di mentalità) italiana molto veritiero. C’è coerenza e realismo quando si descrive, con uno stile fluido, la vita familiare di Genesia e ce n’è quando, lasciata l’Italia, lei si trova a doversi inserire in un contesto sociale più evoluto e più aperto, come quello della Germania attuale. È vero che alcune situazioni e certe reazioni della protagonista sembrano esagerate, improntate ad una chiusura mentale tipica del sud, ma rendono la sua caratterizzazione ancora più credibile.
Mi aspetto un secondo volume altrettanto interessante, ma spero che l’autrice si dilunghi meno in descrizioni ripetitive di faccende domestiche e dia a Genesia la possibilità di maturare come donna, affrontando a testa alta le situazioni, anziché nascondere la polvere sotto il tappeto e agire in modo frettoloso e poco logico.
Una buona lettura, quindi, che avrà un giudizio di 4 stelle piene sugli stores da parte mia e che consiglio vivamente di intraprendere con la consapevolezza di leggere sì una buona storia, ma il cui finale ancora manca. 

Buona lettura!



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