RECENSIONE DOPPIA per "Lo stivale d’oro di Istanbul" - "Istanbul. Il viaggio sospseso" di Elsa Zambonini Durul
Titolo: Lo stivale d’oro di Isantbul
Autrice: Elsa Zambonini Durul
Editore: Streetlib;
Edizioni della Goccia
Genere: Romance Giallo
Formato: ebook/cartaceo
Prezzo: 2,99 €/ 10,00 (€ entrambi)
Data pubblicazione: 2014
Sullo sfondo di una città esotica e accattivante, vengono messi in scena una serie di intrecci di colpi
di scena, amore e avventura, ma soprattutto il percorso di crescita di una donna che deve imparare a
fare i conti con il passato, tragico, della sua famiglia. È il retaggio familiare a spingere Lisa
Andreoli ad accettare un posto come insegna
sfidando l’opposizione del padre che ha sempre cercato di tenerla lontana da quella città. Il suo
scopo è raccogliere informazioni sulla madre che lì è vissuta e morta, ma di cui lei non sa nulla.
Nella nuova città dove lavora, e di cui presto si innamorerà, la protagonista frequenterà italiani,
turchi e levantini, a cominciare dai suoi alunni, con cui intreccerà rapporti che finiranno per
cambiare le sue prospettive e il suo destino. Nello stesso tempo sarà costantemente occupata a
risolvere i misteri che incombono sulla sua famiglia, che non presentano certo facili soluzioni.
Titolo: Istanbul. Il viaggio sospseso
Autrice: Elsa Zambonini Durul
Editore: Streetlib
Edizioni della Goccia
Genere: Romance Giallo
Formato: ebook/cartaceo
Prezzo: 2,99 €/ 10,00 (€ entrambi)
Data pubblicazione: 2018
Questo romanzo è direttamente collegato al precedente, per l’ambientazione e la storia di cornice,
ma il mistero da scoprire è diverso, anche se sempre collegato alla vita di Lisa Andreoli e ai misteri
che avvolgono la sua famiglia.
La storia di Lisa Andreoli si intreccia con quella di Lisa Morpurgo, ebrea costretta col marito a una
precipitosa fuga dall'Italia a causa delle persecuzioni razziali. Il viaggio dei due coniugi verso la
Terra Santa, iniziato separatamente dai figli, si era interrotto a Istanbul, dove la coppia aveva
trovato rifugio presso un'abitazione privata. Qui i due avevano ricevuto l'aiuto inaspettato di Angelo
Roncalli, allora vicario apostolico in Turchia, che in quegli anni era riuscito ad aiutare più di
ventimila ebrei.
La pronipote Lisa ritrova il diario di quegli anni, ma la sua lettura non sembra essere semplice
rievocazione. Tra intrighi internazionali e personaggi senza scrupoli, Lisa mette in pericolo la
propria vita e quella dei propri cari nel tentativo di dare il suo contributo a una causa giusta.
Un'avventura emozionante vissuta nel fascino di Istanbul e dei suoi paesaggi
Elsa Zambonini Durul è nata a Belluno, dove ha iniziato a insegnare la lingua inglese nelle
scuole della provincia. A seguito del matrimonio con un cittadino turco si è trasferita a
Istanbul, dove tutt’ora risiede e dove ha proseguito l’attività didattica presso il Liceo
Italiano. Ciò le ha consentito di assistere alla rivoluzione culturale, sociale, politica ed
economica degli ultimi trent’anni, che mostra oggi un paese profondamente diverso da
quello da lei trovato al suo arrivo. Amante dei viaggi esotici e culturali, è attenta
conoscitrice della cultura turco-levantina e della realtà di Istanbul. Istanbul – Il viaggio
sospeso è il seguito ideale del precedente Lo stivale d’oro di Istanbul."
Due romanzi, gialli, nei quali la risposta non è capire chi è il colpevole, ma quanto grande sia la sua
colpa. Sono narrazioni storiche ambientate in una moderna Isanbul, riconoscibile nelle descrizioni
minuziose e precise della scrittrice, che rende visibile i luoghi, gli odori, i colori e perfino i sapori di
questa città ricca di storia e di bellezza. Ti fa amare la gente di Istanbul per la sua cortesia, per la
capacità di mettersi a servizio, di essere capace di cura. La città moderna e la vita della protagonista
e della sua famiglia sono da cornice ai misteri che invece sono collegati a due tempi diversi della
storia familiare di Elisa: il primo romanzo dipana una storia colma di sofferenza e silenzi, di
nascondimenti e fughe ambientata negli anni ’80 e il secondo ci riporta indietro all’Italia fascista e
alle persecuzioni raziali del ’38.
Filo conduttore il desiderio di conoscere, di sapere, di sollevare i veli del mistero, di rompere il
silenzio e la caparbietà di Lisa, che vuole sapere e non si ferma davanti ad alcun ostacolo. La sua
vita è costellata di persone che negano e di persone che sostengono il suo anelito di ricerca, ma al
centro, motore di ogni movimento c’è lei. Lei che sembra soverchiata dal vuoto, ma che ha il
coraggio di andare contro e portare allo scoperto, anche a rischio della sua esistenza. Non è una
donna fragile come potrebbe sembrare per i suoi tentennamenti, le paure, l’indecisione. Non è
fragile, è umana: davanti ai grandi dolori, alle grandi sofferenze, coperte dal silenzio omertoso, lei
non si ferma, non si arrende, trema, ma con coraggio supera gli ostacoli, con un pizzico
dell’incoscienza tipica di chi non vuole arrendersi, di chi è coraggioso e sa guardare dove nessuno
vuole puntare lo sguardo.
Interessanti e ben caratterizzati tutti i personaggi che sono riconoscibili e ai quali ti affezioni. Le
donne sono grandi, in aiuto, sono la cura e il coraggio, sono la lotta e la comunione. Gli uomini ne
escono un poco ammaccati, incapaci di reggere queste grandi donne, sono quasi un condimento che
ha solo il compito di rendere un poco più saporito il piatto, come un’aggiunta, a coronamento. La
loro azione rende più difficile la lotta per la verità della donna, la ostacola e, allora l’uomo viene
spesso tenuto fuori dai giochi per poter proseguire nel cammino. A volte è l’ago della bilancia che
distrugge tutto, a volte è la chiave di volta, ma che lavora senza farsi vedere, senza uscire allo
scoperto quasi per non offuscare la figura femminile che sta sostenendo e aiutando.
Il linguaggio quasi giornalistico, pulito, netto è capace di descrivere con vividezza gli ambienti i personaggi, ma è abbastanza distaccato tanto da permetterti di pensare, di immaginare, di vedere con i tuoi occhi. I colpi di scena, continui, sono gestiti benissimo dall’autrice che tiene le fila della narrazione senza sbavature o tentennamenti, e tesse una tela di indizi che, poi, ti portano, scoperta dopo scoperta, alla comprensione della verità.
Un intreccio fitto, tra le strade di Istanbul con il suoi paesaggi incantati, i suoi monumenti, le sue strade, la gente, un incontro di presente e passato che ti fa venire voglia di leggere e di vedere cosa succederà dopo. Le storie d’amore sono tante e fanno da coronamento al racconto, ne sono la linfa, il succo e sono diverse, con risvolti tragici e sereni, in un alternarsi ben orchestrato di storie.
Quando narra la scrittrice ti porta dentro le scene, te le fa vivere, non attraverso gli occhi della protagonista, ma come se fossi uno sguardo sopra di lei, una telecamera che vede le cose e lei, al di fuori mentre agisce e lei mentre vive, sente, prova emozioni, sentimenti, sensazioni, anche il suo essere razionale, chirurgia sul reale, tipico del detective.
Il linguaggio quasi giornalistico, pulito, netto è capace di descrivere con vividezza gli ambienti i personaggi, ma è abbastanza distaccato tanto da permetterti di pensare, di immaginare, di vedere con i tuoi occhi. I colpi di scena, continui, sono gestiti benissimo dall’autrice che tiene le fila della narrazione senza sbavature o tentennamenti, e tesse una tela di indizi che, poi, ti portano, scoperta dopo scoperta, alla comprensione della verità.
Un intreccio fitto, tra le strade di Istanbul con il suoi paesaggi incantati, i suoi monumenti, le sue strade, la gente, un incontro di presente e passato che ti fa venire voglia di leggere e di vedere cosa succederà dopo. Le storie d’amore sono tante e fanno da coronamento al racconto, ne sono la linfa, il succo e sono diverse, con risvolti tragici e sereni, in un alternarsi ben orchestrato di storie.
Quando narra la scrittrice ti porta dentro le scene, te le fa vivere, non attraverso gli occhi della protagonista, ma come se fossi uno sguardo sopra di lei, una telecamera che vede le cose e lei, al di fuori mentre agisce e lei mentre vive, sente, prova emozioni, sentimenti, sensazioni, anche il suo essere razionale, chirurgia sul reale, tipico del detective.
“Quando riacquisto il mio senso critico, chiudo gli occhi disperata allo spettacolo offerto da cucina e vestiti e calcolo mentalmente il tempo che ci vorrà per rimediare a quel disastro. Ma è solo un attimo: in effetti sto sorbendo come nettare e ambrosia le parole di sincera preoccupazione per la mia incolumità che Emre mi sussurra fra i capelli che, come i suoi, sembrano le parrucche incipriate di dame e cicisbei del '700."
Niente di quello che succederà è prevedibile, nonostante gli indizi che colleghi solo quando la
scrittrice ti dice come farlo. Una continua sorpresa fino all’ultima riga di ogni romanzo.
I personaggi, tantissimi, sono tutti veri, reali, li tocchi, li senti, li vedi, diventano parte della storia e
hanno un ruolo che riconosci: sai dove andare se hai bisogno di conforto, sai cosa succederà se
incontrerai lo sguardo di ognuno di loro, sai che se mai fosse veramente esistito un Monsieur
Malisieu avresti voluto essere come lui. Anche le grandi figure storiche che appaiono nella storia,
sono piccole e umili nei confronti della storia schiacciante che incombe, ma si ergono come figure
fulgide a cancellare l’orrore a mostrare il cammino della luce, come Lisa.
“ Mi chiamo Lisa, sono un’insegnante, ho 28 anni e non conosco mia madre. Non so se fosse bella o brutta, bionda o bruna, perché non l'ho mai vista nemmeno in fotografia. Sono nata a Istanbul da un italiano e una levantina regolarmente sposati, ma ho sempre vissuto a Treviso con mio padre. Non posso parlare di lei né fare domande; non so nemmeno come sia morta o dove sia sepolta. Adesso basta. Andrò a Istanbul dove lavorerò al Liceo Italiano e, spero, troverò delle risposte.”
A chi potrebbe piacere? A chiunque sono davvero degli ottimi romanzi!
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