PRESENTAZIONE - "Drop of blood" di Deborah P. Cumberbatch
Titolo: Drop of blood
Autrice: Deborah P. Cumberbatch
Editore: self pubblishing
Genere: Urban fantasy/paranormal romance
Formato: ebook
Prezzo: € 1.99
Data pubblicazione: 26 giugno 2017
Protagonisti: Paige Karen Kent– Nathan Lucas Ross
Pagine: 886
Serie: In corso, trilogia.
Pagina autrice
ORDER
Autrice: Deborah P. Cumberbatch
Editore: self pubblishing
Genere: Urban fantasy/paranormal romance
Formato: ebook
Prezzo: € 1.99
Data pubblicazione: 26 giugno 2017
Protagonisti: Paige Karen Kent– Nathan Lucas Ross
Pagine: 886
Serie: In corso, trilogia.
Pagina autrice
ORDER
Da quando la sua famiglia si è trasferita nel paesino più noioso e piovoso del mondo, Paige vuole solo lasciarsi la sua tragedia alle spalle e allontanarsi da sua madre e dal Destino che vuole imporle, per decidere il suo futuro da sola. Non permetterà a nessuno di rovinare i suoi piani, nemmeno i sogni che la terrorizzano ogni notte, che le mostrano strani segni e persone oscure e dilaniate, o il nuovo saccente, egoista e presuntuoso vicino, la quintessenza della perfezione, con il suo fascino pericoloso, che tenta di innervosirla in ogni possibile modo, come se fosse la sua missione di vita. Ma nemmeno Paige riesce a negare l’intensità con cui è attratta da lui, come se il loro futuro fosse inesorabilmente intrecciato. E forse è proprio così, perché la vita è fatta di scelte e, a volte, per capire chi siamo davvero, non dobbiamo far altro che accettarci. E vivere. Ed è proprio allora che tutto può accadere.
Sono Deborah P. Cumberbatch, pseudonimo di Deborah Luongo, ho venti anni e sono nata a Napoli. Studio psicologia presso la Federico II, ma il mio sogno è quello di diventare scrittrice da quando avevo otto anni: adoravo (e adoro) il “Signore degli Anelli” e stavo scrivendo le battute del film su un quaderno, quando mio padre mi disse “perché non ne scrivi uno tuo?” e da lì è nata questa passione che non ho più lasciato, scrivendo il mio primo libro sugli zombie.
La mia scrittrice preferita è Jennifer Armentrout ed è un modello che mi accompagna ad ogni passo, ma in generale ho un amore incondizionato per l’urban fantasy/paranormal romance, tuttavia leggo anche tantissimi altri generi (credo che non possa esistere una scrittrice che non sia prima di tutto lettrice), arricchendomi con ognuno di loro e che sono confluiti nel primo volume della mia trilogia “Drop of blood”, per cui mi ha incoraggiata il mio fidanzato sin dal primo momento, e adesso è in uscita il secondo e grazie ai miei “bambini” (così mi piace chiamarli) ho scoperto che ci sono tante persone che credono in me e che mi sostengono, emozionandomi tantissimo.
Sono una ragazza da pigiama, copertina e un buon libro o una buona serie televisiva/film, ma la scrittura è sempre stata per me terapeutica: poter vivere mille mondi, essere chiunque io volessi, evadere dalla realtà e gestire tutte le situazioni… Credo che non esista cura migliore.
«Non mi interessa il mio futuro» sperai di chiudere l’argomento.
«Perchè no?».
«Perchè lo creerò al momento debito».
«Qualunque cosa sia, angelo, sarà qualcosa di grande».
Lo fissai per qualche secondo. «Sei la prima persona che pensa che potrò costruirmi un futuro con le mie mani» confessai e mi stupii di me stessa.
«La nostra vita è tutto un rischio angelo, tutta un pericolo, tutta un azzardo. Ogni attimo potrebbe essere l’ultimo, in ogni secondo potremmo andarcene... Perchè allora non vivere ogni singolo istante? Perchè non rischiare il tutto per tutto correndo tutti i pericoli che ci va? Il futuro è nostro e lo costruiremo quando ci va».
I suoi occhi mi avevano completamente catturato e temetti di non trovare le parole «Magari sì» mormorai.
«Allora mi sono guadagnato altri cinque minuti?».
«Ci sto ancora pensando» lo guardai con aria di sfida.
«Io ho tutto il tempo che vuoi».
Il sangue sgorgava dalle mie dita spaccate, raccogliendosi intorno le unghie e colando lungo le nocche. Ero aggrappata al davanzale di una finestra con la mano sinistra, non so esattamente di quale palazzo o abitazione, malgrado il dolore mi urlasse di lasciarmi andare. Sotto le mie dita sentivo il sangue scorrere, che minacciava di farmi scivolare, e le mani erano in preda ai crampi.
Presi un profondo respiro e, urlando, feci leva con la mano destra e mi tirai su, gettandomi nell’edificio, frantumando il vetro.
Mi sfuggì un singhiozzo a labbra strette, e chiusi gli occhi, tentando di calmarmi.
«Ciao, Paige» una voce acuta e armoniosa mi riportò alla realtà. Per quanto questa potesse essere una realtà. Aprii gli occhi di scatto e mi ritrovai davanti la bambina dai capelli nero corvino che danzava, facendo ondeggiare le mani.
Presi un profondo respiro «Ci conosciamo già, giusto?».
Si voltò verso di me e sorrise, come se le avessi appena fatto un complimento.
«Esatto!». Era entusiasta.
Avevo il fiatone e la voce strozzata. «Avevano terminato il repertorio?» chiesi, acida.
Si imbronciò «Siamo solo noi».
«Siete praticamente identiche, tranne che per i capelli».
«Lo so!» riecco il sorriso «L’altra sera ti ho proprio spaventata, vero?» rise, inondando la stanza dei suoi campanellini.
Ero stufa di questa storia. «Con la tua canzoncina satanica e il tuo trasformarti in un mostro? No! È stato uno spasso» ribattei, sarcastica.
«Sei cattiva!» era offesa. A volte mi chiedevo se fossero davvero delle bambine.
«Che c’è stavolta? Cosa non ho capito?».
Si sedette sul pavimento a gambe incrociate, di fronte a me «Il problema non è cosa tu non abbia capito, ma il fatto che tu non abbia ancora capito di capire».
La osservai per qualche istante «Non credi di averci messo troppi “capito”».
Sorrise e in quel sorriso non ci trovai nulla da bambina «Fa’ di te stessa l’oggetto della tua ricerca».
Sollevai un sopracciglio «Filosofia da quattro soldi?».
Guardò il soffitto, cantilenando sottovoce «Non c’è tempo per le distrazioni! La clessidra è stata girata da mesi ormai. È tempo ormai».
«Intendi Nathan? Che c’entra lui in questa storia?».
«Non vedrai nulla, finchè non deciderai di vedere».
«Non c’è niente da vedere! Nathan non c’entra niente in questa storia! Voi state cercando mia madre, di certo non me. Me ne sono lavata le mani tempo fa».
«Noi stiamo cercando una guerriera» assunse un tono solenne, come se ormai non fosse più da sola «Tu conosci ciò che diciamo, è stato profetizzato millenni fa».
«Non ha assolutamente senso ciò che dici».
«Una guerriera,Paige. Viola come il cielo, rossa come il sangue».
Buona lettura!
Commenti
Posta un commento